L’AQUILA – “Questo legno che scivola sull’acqua, sfida la velocità del suono e della luce, attaccato ad una gomena. E con fiocina e rampone, vuoi uccidere l’ossessione che ti nutre? Tu sai che quella è l’essenza stessa del creato, della vita? Se ne sta nascosta nei fondali a giocare con la sua coda a pelo d’acqua. Un segreto basta a sé come la bellezza, Achab!”.
Le parole dell’attore Marco Valeri ispirate al Mody Dick di Herman Melville, sono state scandite nel silenzio di una chiesa sconsacrata, rannicchiato nel grand tronco trafitto dalle frecce dell’artista peruviano Sebastian Alvarez, ad evocare il martirio di San Sebastiano, l’eterno ritorno degli elementi e chissà cosa altro, come uno degli ultimi atti della la mostra d’arte “Omni – Omnia mutantur, nihil interit”, ideata e organizzata dall’associazione 1Cona di San Demetrio ne’ Vestini, in provincia dell’Aquila, dedicata al tema della metamorfosi e declinata nelle opere di dieci artisti, nella suggestiva chiesa seicentesca sconsacrata, e ora centro culturale, di San Sebastiano di Corbellino, una delle frazione del comune diffuso di Fagnano Alto, in provincia dell’Aquila.
Evento premiato da un grande successo in un mese che ha offerto anche reading, performance artistiche, escursioni e passeggiate patrimoniali, workshop, ultimo dei quali, in occasione del finissage, quello di serigrafia su tessuto a cura di Ida Tuia Fornasiero, attirando nel minuscolo borgo della media valle dell’Aterno centinaia di persone, anche da fuori regione.
La mostra, con la curatela di Irene Marotta, Alessandra Bianchi e Debora Bella. A sostenere l’iniziativa l’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila, i Comuni di Fagnano Alto e di San Demetrio ne’ Vestini, il Parco Regionale Sirente Velino, Arti e spettacolo di San Demetrio Ne’ Vestini.
Molto soddisfatto il presidente del Parco Regionale Sirente Velino, Francesco D’Amore: “Quando 1cona ci ha contattato ci siamo messi subito a disposizione, questa chiesa è uno dei simboli della rinascita post sismica, che dopo il restauro e la riconversione a centro culturale ospita concerti, convegni, teatro. La mostra ha attratto tantissimi visitatori e questo conferma che l’arte è un fermento per il nostro territorio. La vera battaglia è quella di rendere questi luoghi appetibili per nuovi residenti e giovani, offrendo servizi essenziali, abitazioni, connessioni internet che possano consentire lo smart working. E poi serve anche una offerta culturale e di svago all’altezza, anch’essa un bisogno primario, per i residenti, oltre che per i turisti”.
Irene Marotta ha ricordato “la prima volta che sono entrata nella chiesa di San Sebastiano. È stato emozionante e ricordo che noi di 1cona ci siamo guardate negli occhi e abbiamo deciso subito di utilizzare questa chiesa come il luogo che avrebbe ospitato la nostra prossima mostra”.
Ha dunque aggiunto Debora Bella: “Omni è stata una sfida, è stato un viaggio, è stata un’esperienza che è andata oltre una semplice esposizione. anche la chiesa stessa parlava di trasformazione e di metamorfosi, rinata dalle ceneri e dai rovi dalla natura che si era ripresa quello che una volta era suo ha resistito ed è arrivata a noi oggi come luogo che non ha più la funzione per la quale è stato creato, ma continua ad evolversi, mutare, trasformarsi in continuazione”.
Infine Alessandra Bianchi: “con Omni ci siamo messe in gioco: avevamo due grandi paure, una era l’incomprensione e l’altra la partecipazione. Eppure, alla fine di questo mese di mostra, credo proprio che la parte più gratificante sia stata incontrare conoscere e scambiare racconti e vissuti con le le persone che abitano a Fagnano. La cosa più bella é stata leggere la commozione negli occhi delle persone che ci sono cresciute, dentro questa chiesa. Per quanto l’arte contemporanea resti incomprensibile per qualcuno é stato il mezzo che c’ha permesso di ricostruire ancora di più, quella che é la storia stessa di questo posto”.
Ad esporre la piemontese Elena Mussi, pescarese acquisita, con “L’ombelico del mondo”, “Cervo di mare” e “Abisso”, la venezuelana Yoselin Giovani, che ora vive a Popoli, con “Movimenti-Statici”, la napoletana Roberta Matuozzo, ora a L’Aquila a frequentare l’Accademia di belle arti, con “Chi è Marco Cavallo?”, il giuliese ma che vive a Bellante, Silvio Cascioli, con “Il seme della vita”, il chietino Davide Febbo, con il “Il reale è razionale”, Debora Panaccione, originaria di Atina nel Lazio, ora residente a Fontecchio, borgo a poca distanza da Fagnano, con la sua ricerca fotografica sul concetto dei Buchi Bianchi, il peruviano Sebastian Alvarez, anche lui residente a Fontecchio, con l’installazione monumentale “Il martirio di San Sebastiano”, la tessitrice Valeria Befani, di origini romane, da anni residente a Rocca Calascio, con le “metamorfosi della lana”, Pasquale Liberatore, di San Demetrio ne’ Vestini, con “I corpi e le forme dei semi”. Infine le intime visioni fatte della materia della pietra di Pasquale De Carolis, noto come lo “scultore degli uccelli”, che ha segnato un’epoca con la bottega artigiana di San Demetrio ne’ Vestini, scomparso a 96 anni nell’aprile di quest’anno.
Coinvolte in Omni anche le associazioni ed imprese locali come Foresta Modello Valle dell’Aterno, Frequenze dal Gran Sasso ETS, Cuore Nero d’Abruzzo e le Proloco del territorio.