L’AQUILA – Un ulteriore e bel gesto di solidarietà quello effettuato ieri dall’artista Morena Antonucci, che ha deciso di lasciare in comodato d’uso gratuito il suo trittico esposto all’interno del Monastero San Basilio a uso esclusivo delle monache Benedettine Celestine di San Basilio dell’Aquila.
Nel pomeriggio di ieri è stato siglato l’atto di comodato d’uso gratuito dalla pittrice Morena Antonucci e dalla Badessa del monastero Suor Assunta Tucci, alla presenza di una rappresentante degli Amici di San Basilio. E’ un dipinto realizzato con la tecnica dell’acrilico su tavola/tela, composta da due moduli laterali su tela della misura di 150×90 cm ciascuno e da un modulo centrale, su tavola, della misura di 190×102 cm.
L’opera pittorica che è stata esposta per la prima volta assoluta in occasione della 730^ Perdonanza Celestiniana nell’ambito degli eventi organizzati dagli Amici di San Basilio nella 18^ Cordata X l’Africa, il 24 agosto scorso, con installazione e presentazione pubblica, presso il Monastero San Basilio dell’Aquila.
«Il titolo dell’opera, “La Missione” già è una dichiarazione d’intenti – così come descritto dall’operatrice culturale Agnese Porto – Morena Antonucci, spinta che parte da una fede, rafforzata nel tempo, grazie a incontri “di luce”, accorsi proprio mentre lavorava. Le tre figure di santi, San Celestino, Sant’Agostino e San Benedetto, sono fatti di luce e colore, si stagliano, quasi venendo incontro all’osservatore, da un ambiente, anch’esso di luce, che è in movimento e non dà l’idea di uno spazio immutabile. Le figure, quattro in tutto, considerando il fanciullo con la conchiglia, sono parte di quel movimento, in potenza forse, ma percettibile. D’altro canto si sa, le missioni sono tutto tranne che sedentarie, per loro stessa natura. Nella pala centrale, è raffigurato Sant’Agostino, insieme al bambino, con la conchiglia, tratti dalla celebre leggenda che li vede protagonisti e che ragiona sul potere della fede, di cui si fanno allegoria. Il Santo è qui dipinto con le sembianze del marito dell’artista, (Vittorio) immagino per omaggiare un compagno di fede e di vita e anche, forse inconsciamente, per attualizzare i tratti somatici del Santo berbero. Il movimento del corpo, piegato verso il piccolo, quasi a volersi mettere al suo livello, più basso di statura, immensamente più alto, moralmente». «Andando nella prima pala, – prosegue la Porto- incontriamo il Santo che più celebriamo, in nel periodo della Perdonanza, Celestino. Qui rappresentante la carità. L’uomo prima e il santo poi, divenuto celebre per “il gran rifiuto” ma anche per aver istituito il perdono dal peccato. L’indulgenza gratuita che, attraversando la porta santa, viene elargita a chi veramente pentito dei propri peccati. Fatto su cui si fonda la Perdonanza Celestiniana aquilana. San Celestino, fondatore dell’ordine delle monache che ospiteranno l’opera; Celestino la figura più luminosa della cultura sacra e sociale di questa città. E lui, benedicente e lievemente girato verso la sua destra, fa scivolare il nostro sguardo verso la terza e ultima figura adulta, San Benedetto, accompagnato dal corvo che lo salvò dall’avvelenamento. Qui, la figura che per l’artista ha svolto un ruolo rilevante, nel suo percorso di fede, sta a rappresentare la speranza e guarda sempre verso l’osservatore, quasi a rimandare a noi il ruolo di essere parte attiva nel lavoro di diffusione della parola e della fede in Dio». «È all’osservatore quindi l’ultimo compito, quello finale, – conclude Agnese- di raccogliere le tre virtù teologali, qui rappresentate: la fede, la speranza e la carità e di farne tesoro, di portarle fuori da queste mura e riconsegnarle al mondo, partendo, dal piccolo della propria comunità e con la tenacia che le nostre monache ci insegnano, condividerla e moltiplicarla. È, come ci ricorda Antonucci, una missione».
Per chi volesse visionare l’opera d’arte, insieme agli altri tesori celestiniani presenti nel Monastero, è possibile farlo, raggiungendo un numero minimo di 10 partecipanti, contattando il seguente numero: 0862204470.