L’AQUILA – “Oggi è stata convocata la prima commissione consiliare sul tema cartelle di recupero coattivo dei bolli non pagati. Purtroppo nessuna delle autorità politiche regionali invitate si è presentata, e questo è inaccettabile e va censurato.
Ricordiamo che è di questi giorni la notizia che la Regione Abruzzo ha inviato circa 45.000 cartelle per il recupero coattivo dei bolli non pagati dai cittadini aquilani, relativi agli anni del sisma”.
Lo affermano i consiglieri comunali di minoranza Enrico Verini, Stefania Pezzopane Stefania, Gianni Padovani Gianni e Simona Giannangeli.
“E’ bene ricordare – proseguono – che ad alleviare i danni subiti dagli aquilani, era intervenuta una Legge, la n. 183 del 2011, la quale all’art 33 comma 38 ha previsto il pagamento, nel caso specifico, dei bolli auto relativi alle annualità del terremoto, nella misura del 40% dell’importo dovuto e in 120 rate da pagare in 10 anni vale a dire fino al 31/12/2022.
Scaduto questo termine, la Regione Abruzzo, ha inteso inviare cartelle di recupero coattivo ignorando ogni norma di prescrizione che, per i bolli auto, è certamente triennale (in parole povere il bollo non pagato si prescrive il 31 dicembre del terzo anno successivo al pagamento dovuto).
Va ricordato che la prescrizione non riguarda in via generale e astratta il tributo, ma determina l’estinzione del diritto di credito in relazione alla SINGOLA scadenza di pagamento. In altre parole, ogni rata non pagata rappresenta un debito a se stante con la sua prescrizione.
Facendo un esempio pratico, la scadenza della rata di gennaio 2013, doveva essere richiesta, pena la prescrizione, entro il 31/12/2016.
Ad oggi quindi la Regione può recuperare solo e unicamente le rate scadute successive a marzo 2020 e non quelle precedenti come invece ha fatto (senza considerare interessi a aggravi vari relativi agli anni precedenti)”.
“Va anche rappresentata – aggiungono – la circostanza che la Regione, contando (a nostro parere illegittimamente) su una entrata di circa 6 milioni di euro, prevvederà in uscita (ossia spenderà) 6 milioni di euro che poi, se non entreranno come crediamo, provocheranno uno squilibrio di bilancio che si tradurrà in un taglio di qualche servizio o in un debito per la collettività. In parole povere, il danno sarà a carico dei cittadini tutti.
Alla luce di tutto ciò chiediamo immediatamente il ritiro delle cartelle in autotutela da parte della regione, e diffidiamo la stessa a percorrere la strada intrapresa per evitare la nascita di un contenzioso abnorme i cui costi legali, in caso di soccombenza dell’ente, sempre saranno imputati alla collettività dei cittadini e non alla autorità politica che ha promosso questa iniziativa con atti propri”.
“Inaccettabile – ammoniscono infine – quello che sta accadendo e testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, il carattere vessatorio della regione a trazione romana/pescarese verso la città dell’Aquila, trattata non solo in questo caso, in maniera ingiusta tanto da arrivare al vero insulto di dichiarare implicitamente ed esplicitamente 45.000 cittadini aquilani e del cratere, evasori fiscali”.
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