L’AQUILA – Si sono aperte questa mattina presso la Sala conferenze dell’antico Convento di San Giuliano all’Aquila, con l’esposizione straordinaria dell’originale tavola del TRIGRAMMA BERNARDINIANO e di altri oggetti riferibili a San Bernardino da Siena, le manifestazioni civili e religiose in occasione delle Solennità del Santo Compatrono della Città dell’Aquila, la cui ricorrenza sarà celebrata presso la Basilica che porta il suo nome nelle giornate del 19 e 20 Maggio all’Aquila.
Il tema scelto per quest’anno, per celebrare San Bernardino da Siena e approfondirne la conoscenza storica è la solidarietà.
A questo aspetto della storia della vita del Santo è stata dedicata la Conferenza del Prof. Marco Bartoli professore di Storia Medioevale presso l’Università LUMSA di Roma e di Storia del Francescanesimo presso la Pontificia Università Antonianum.
Il Prof. Bartoli Da anni si occupa di storia dei movimenti religiosi nel basso Medioevo e i suoi studi su Chiara e Francesco d’Assisi sono pubblicati in molte lingue. E’ membro del Consiglio direttivo della Società Internazionale di Studi Francescani di Assisi ed è Presidente del Comitato Scientifico del Centro Studi San Giovanni da Capestrano. A San Bernardino ha dedicato alcuni saggi e un volume: l’edizione delle Prediche della Settimana Santa 1425, pubblicato dalle Edizioni Paoline nel 1995.
Ne è emerso che Bernardino da Siena è stato uno dei più grandi predicatori della storia della Chiesa.
Ai suoi sermoni partecipavano migliaia di persone nelle maggiori città dell’Italia del suo tempo. Accorrevano ad ascoltarlo ricchi e potenti a fianco dei poveri e del popolino, clero e religiosi, insieme con laici, cristiani fervorosi e persone indifferenti. L’unità tra vita predicata e vita vissuta, la capacità di adattarsi alla mentalità di chi lo ascoltava, si esprimono in una predicazione a portata della gente, dove trovano ispirazione i temi della spiritualità francescana che avviano a quella religiosità più libera, ma anche più esigente, di cui siamo alla ricerca ancor oggi. Bernardino, con il suo linguaggio semplice e avvincente, ha qualcosa da dirci. È la parola del vangelo, sempre più attuale nella sua essenzialità e radicalità, che in queste prediche è comunicata con efficacia e umiltà. Le omelie della settimana santa a Firenze nel 1425, in cui traspaiono intensamente l’unità tra vita predicata e vita vissuta e la capacità di adattarsi alla mentalità degli ascoltatori, avviano ancora il lettore di oggi a quella religiosità più libera, ma anche più esigente.
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