L’AQUILA – Alle 19.30 di stasera l’arcivescovo dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, e il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, hanno chiuso la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, ultimo atto dell’indulgenza plenaria voluta dal Papa Santo Celestino V con la Bolla del 29 settembre 1294, con la quale istituì il primo Giubileo della storia. La chiusura è avvenuta al termine della Messa Stazionale celebrata dallo stesso Arcivescovo Petrocchi. “Ringrazio cordialmente l’Amministrazione Comunale per la collaborazione offerta nella organizzazione di questo evento e per la disponibilità dimostrata nel garantire i servizi necessari alla buona riuscita della celebrazione liturgica” ha detto il cardinale Petrocchi nel corso dell’omelia di stasera.
Di seguito l’intervento che il sindaco Biondi ha tenuto stasera nella basilica:
La 727^ Perdonanza celestiniana dell’anno 2021, sta per concludersi lasciandoci, ancora una volta, il cuore colmo di gratitudine e di speranza.
La tradizione agiografica vuole che l’eremita Pietro da Morrone, durante il suo viaggio di ritorno da Lione, abbia fatto una sosta qui, nella collina di Collemaggio, dove – si racconta – gli sia apparsa in sogno la Vergine Maria che gli ha chiesto di edificare una chiesa in suo onore.
Questa narrazione, tramandata nei secoli, aggiunge incanto alla nostra basilica, che Celestino volle dedicare a Maria, donna dell’incontro – per dirla con Papa Francesco – colei che agisce, prega e si prende cura di noi tutti.
Il complesso architettonico di Collemaggio è situato tra Porta Bazzano e la parte finale del Tratturo Magno L’Aquila-Foggia e proprio il sagrato della basilica è il luogo simbolo della partenza della transumanza.
E oggi questo stesso sagrato, rappresenta un ponte di due tra i più significativi eventi identitari del nostro territorio, la Perdonanza e la transumanza, entrati a far parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco, a dimostrazione di quanto la nostra terra sia ricca di saperi e tradizioni.
“La Perdonanza è il miracolo dell’irruzione di Dio nella storia”, secondo lo storico medioevalista Raoul Manselli, che considera il breve pontificato di Celestino V come un punto alto della spiritualità medievale, in sincrono con le aspettative di rinnovamento della Chiesa.
La grande notorietà di Celestino V è inversamente proporzionale alla durata del suo pontificato per le sue azioni misericordiose nei confronti degli ultimi; per il perdono senza lucro del giubileo celestiniano; per la sua statura morale e la sua personalità da asceta che lo portarono ad essere il primo papa che operò al di fuori dei confini dello stato pontificio.
Spiritualità ma anche festa di popolo, così Celestino volle che fosse la sua Perdonanza. E, tanto più oggi, alla luce di un’emergenza sanitaria che continua, il respiro della cultura attraverso le varie forme e linguaggi artistici assume un valore indiscutibile.
L’Aquila è memoria, tradizione, arte, architettura. L’Aquila si racconta attraverso le piazze, le chiese, i palazzi, i cortili, le finestre, le fontane, gli archi, i sanpietrini, i ciottoli.
Un tutt’uno di bellezza che nutre il corpo e la mente. Un tutt’uno con lo stupore per una rinascita fortemente voluta e perseguita.
L’Aquila rinascente è una città che abbraccia, fatta apposta per far incontrare le persone, con la sua dimensione a misura d’uomo, capace di una cordialità non scontata, di proposte culturali mai banali, di buon vivere. Il tutto, all’interno di una cornice meravigliosa che sa accogliere eventi importanti come la Perdonanza.
Investire in cultura, ricerca, tecnologia, consente alle sorgenti di nuove idee di dare forma al futuro.
Significa assumersi dei rischi con coraggio e fantasia, diffidando dai detrattori, perché L’Aquila non è solo il più grande cantiere edile d’Europa, è anche un grande cantiere delle idee, sopra tutto di quelle proposte dai giovani, così meravigliosamente simbiotici con la loro città.
Alla rinascita, la Chiesa dell’Aquila ha dato il suo sostegno e la sua benedizione e di questo ringrazio il Cardinale Petrocchi che, con le sue omelie profonde, ricche di saggezza e di spiritualità, afferisce ulteriore valore a quella cultura che fa dell’Aquila uno dei luoghi del sapere e della conoscenza più attrattivi nel nostro Paese.
Un centro nevralgico dell’identità cittadina che tutti auspichiamo possa essere visitato dal Santo Padre il prossimo anno, così come annunciato proprio da Sua Eminenza. Sarebbe il sugello, definitivo, di un viaggio che si rinnova da 727 anni a cui sarà chiamato a partecipare il nuovo Vescovo ausiliare, Sua Eccellenza Monsignor Antonio D’Angelo, cui già da ora e a nome della Municipalità, do il benvenuto nella nostra accogliente e straordinaria comunità aquilana.
Queste quattro edizioni della Perdonanza, la forza del messaggio celestiniano, l’importanza senza se e senza ma di questo evento religioso e laico allo stesso tempo, hanno segnato, più di quanto potessi immaginare, la mia sindacatura, guidandomi nel mio complesso ruolo di amministratore.
È stato un onore per l’attuale Amministrazione impegnarsi per contribuire a rendere il giubileo celestiniano ancora più popolare nel suo significato spirituale, affiancando la curia, più stimolante nelle proposte artistiche, dando la massima fiducia al direttore artistico, più attrattivo grazie al riconoscimento a patrimonio immateriale culturale dell’umanità Unesco: un obiettivo cui in tanti, in silenzio e con deferente spirito di servizio per questa terra, hanno contribuito. Nel ringraziare l’indimenticata Giovanna Di Matteo estendo a ognuno di loro sentimenti di profonda e sincera gratitudine.
Il mio personale ringraziamento va, poi, al Comitato Perdonanza, alla struttura comunale e alle cittadine e ai cittadini dell’Aquila e dei Comuni del territorio, che saluto con l’affetto e il rispetto che si deve ad un popolo coraggioso e mai vinto dalle avversità.
Con il cuore colmo di riconoscenza per la preziosa protezione della Vergine Maria e di San Pietro celestino, con l’animo pieno di gioia per l’unicità della Bolla del Perdono, con la forza della preghiera della Messa appena celebrata che unisce nella fede, la Chiesa e la Municipalità abbracciano la comunità tutta, nella certezza che questo rito del primo giubileo della storia accompagnerà le nostre vite e quelle dei nostri figli, come da 727 anni a questa parte.
La Porta Santa di Collemaggio era stata aperta ieri sera dal Cardinale Enrico Feroci.
Successivamente, il sindaco Biondi è salito sulla torre della basilica di Collemaggio per spegnere il braciere della pace, dichiarando conclusa la 721esima Perdonanza Celestiniana.
Per ragioni connesse all’emergenza sanitaria da covid-19, anche quest’anno il corteo di rientro della Bolla del Perdono ha subito delle modiche rispetto al passato.
Alle 20 infatti, la Bolla (più esattamente, l’astuccio in cui per secoli è stato custodito il prezioso documento papale) è partita dalla basilica di San Bernardino, accompagnata dal sindaco Biondi, dal presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari, dalla Dama della Bolla, Marianna Capulli, dal Giovin Signore, Federico Santilli, dalla Dama della Croce, Martina Ciccone. Con loro, l’araldo civico con il gonfalone storico dell’Aquila e due carabinieri in alta uniforme di scorta. Il cammino è terminato a palazzo Fibbioni, sede principale del Comune, e ai lati di via San Bernardino sono stati schierati alcuni gruppi storici in costume e gli sbandieratori.
L’originale della Bolla di Papa Celestino V, di proprietà della Municipalità, esposta sotto teca all’interno della basilica di Collemaggio durante le 24 ore del Giubileo aquilano, è stata ricondotta nei forzieri della Banca d’Italia.
“Foto Credits Comitato Perdonanza”
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