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“Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare apre la rassegna “I borghi e la memoria” dei Teatri Riuniti d’Abruzzo

Pubblicato da Redazione
giovedì, 29 Luglio 2021 - 10:48
in Arte, Cultura, Eventi, Musica e Spettacolo, Varie

L’AQUILA – A quattro anni dalla “prima” in teatro, la Compagnia dell’Associazione Teatrale “Shakespeare in sneakers” porta in tour “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, con la regia di Veronica Pace, in una versione ripensata appositamente per gli spazi all’aperto, e in particolare per i borghi abruzzesi. Sarà un doppio appuntamento quello in cartellone: il 31 luglio alle 21.00 a far da cornice allo spettacolo, sarà la meravigliosa atmosfera del Castello Piccolomini di Capestrano, mentre il 10 agosto, lo spettacolo sarà protagonista in una meravigliosa piana, a Roio Colle, detta “Terre di Furia”, dove a partire dalle 18.30 partiranno gli eventi dedicati alla notte delle stelle cadenti.

Nel 2017, al Teatro Marrucino di Chieti, l’adattamento della regista e attrice teatina Veronica Pace registrò il tutto esaurito, regalando al pubblico uno spettacolo originale, divertente ed intenso. Da allora lo spettacolo è stato portato in scena numerose volte, riscuotendo sempre un enorme successo. “Sogno di una notte di mezza estate” è la più famosa delle commedie di Shakespeare e una delle più rappresentate. Tanti personaggi si rincorrono seguendo diverse trame e archi narrativi, tra il mondo della quotidianità e quello del bosco fatato, ma il tema principale è sicuramente l’Amore. Tutte le diverse storie presenti nella commedia convergono verso la celebrazione delle nozze tra Teseo, duca di Atena, e Ippolita, regina delle Amazzoni.

La trama principale segue le vicende incrociate di due coppie di innamorati, Ermia, Lisandro, Elena e Demetrio. A questa si unisce la disputa in atto tra il re e la regina delle fate, Oberon e Titania, che a sua volta si intreccia con la storia di uno sgangherato gruppo di artigiani/attori, impegnati nel loro tentativo di mettere in scena uno spettacolo intitolato “La lamentevolissima e crudelissima morte di Piramo e Tisbe”, in occasione del matrimonio tra Teseo e Ippolita. L’azione si svolge tra Atena, città di fantasia, dove fervono i preparativi delle nozze reali, e un bosco incantato, popolato da animali, fate e folletti, in cui si inseguono le due coppie di innamorati, Ermia e Lisandro ed Elena e Demetrio. Nello stesso bosco, il re delle fate, Oberon, accompagnato dal suo fedele servitore Puck, uno spiritello dispettoso, compie un sortilegio sulla regina delle fate, Titania, con cui ha una disputa in corso.

A causa di una serie di malintesi e di incantesimi sbagliati a opera di Puck, le vicende dei quattro innamorati si andranno a mischiare sia con i dispetti tra re e regina delle fate, ma anche con quelle del gruppo di artigiani, che ha scelto la stessa foresta per le prove dello spettacolo che presenteranno a corte in occasione delle nozze tra Teseo e Ippolita. Tra risate, pianti, urla e magie, tutte le trame si risolveranno e infine ognuno avrà il suo lieto fine. Nonostante “Sogno” sia la commedia di Shakespeare più famosa, l’adattamento di Veronica Pace sfugge alla facile tentazione di una rivisitazione che ne snaturi l’essenza, ma anche a quella di una rappresentazione troppo letterale.

Pur rimanendo estremamente fedele al testo e alla trama originale, questa versione della commedia shakespeariana prende un elemento di sfondo e di contorno e lo fa diventare co-protagonista: la Natura. Nel testo originale il bosco rappresenta l’ambiente principale in cui si svolgono i vari intrecci, ma in questo adattamento l’autrice e regista Veronica Pace riesce a popolarlo non solo di fate e folletti, in armonia con il resto dell’ambiente naturale, ma anche di fiori, alberi, e animali, in un insieme di scene corali dal fortissimo impatto visivo.

“La vocazione ecologista di “Shakespeare in sneakers” è sempre stata molto forte e presente in molti nostri spettacoli, da “#Antigone” a “Sentimento”, e ovviamente anche in “Sogno”, spiega la regista Veronica Pace. “La commedia shakespeariana ruota intorno a due principali tematiche: il sogno e la magia, e così lo spettacolo. L’intento è quello di avvolgere lo spettatore in un’atmosfera magica, rarefatta, eterea, ma anche primitiva, carnale e rituale”.

Il rito e l’idea del rituale assumono infatti una valenza fondamentale e trovano la loro massima espressione nelle scene d’insieme, dove la metamorfosi detiene un ruolo centrale. In queste scene gli attori si “trasformano” in fiori, lupi, cervi ed altre creature, cercando di riconnettersi con realtà passate e troppo spesso dimenticate. La scelta di portare in scena “Sogno” all’aperto e in luoghi che sono sicuramente più vicini alla natura rispetto alle grandi città non è quindi affatto casuale: ecco che la natura, dopo essere diventata co-protagonista, riprende anche il suo ruolo di fondo, in un processo di metamorfosi fuori e dentro la scena.

Lo spazio aperto diventa teatro, la performance degli attori ne delinea i confini fisici, e l’assenza di strutture “classiche”, come ad esempio il palco e le quinte, permetterà agli spettatori di essere trasportati dentro la scena e di essere avvolti nell’atmosfera magica del bosco fatato. Questo adattamento di “Sogno” non è un semplice accenno alla causa ecologista ed ambientalista, ma è la natura ad essere unica e vera protagonista in tutte le sue sottigliezze e sfumature. A questa nuova versione dell’adattamento hanno collaborato con la regista anche Lorenzo Di Credico, Serena Sablone e Francesco Salvatore, attori della Compagnia “Shakespeare in sneakers”.

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