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Distruzione di un bosco ripariale all’interno del Parco Regionale del Sirente-Velino

Pubblicato da Redazione
venerdì, 03 Luglio 2020 - 11:59
in Ambiente, Cronaca

L’AQUILA – Le associazioni WWF Abruzzo, Salviamo l’orso, Co.N.Al.Pa – Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio e  GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane protestano in seguito a estesi tagli di alberi nel fondovalle sotto il paese di Molina Aterno, in provincia dell’Aquila, all’interno del Parco Regionale del Sirente-Velino. I lavori di taglio ed esbosco, probabilmente avvenuti senza alcuna autorizzazione, sono andati avanti per settimane senza alcun intervento da parte delle autorità, nonostante le associazioni avessero avvisato tempestivamente di quanto stesse accadendo i Carabinieri Forestali, l’Ente Parco e la Regione.

Le associazioni chiedono che venga fatta chiarezza su quanto avvenuto e che i responsabili di eventuali reati vengano adeguatamente sanzionati.

I tagli interessano un’area preziosa con boschi ripariali e paludosi a prevalenza di salice bianco, con pioppi, frassini e olmi. Un ecosistema meritevole di protezione e indicato come Habitat prioritario dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea.

Questi piccoli lembi relitti di aree boschive umide sono di notevole interesse scientifico e conservazionistico, e ospitano diverse specie vegetali e animali ormai rare e a rischio estinzione. Le aree umide e i boschi ripariali e paludosi come quello devastato dai tagli sono tra gli ecosistemi più a rischio, a causa della regimazione dei fiumi e la captazione delle acque, delle bonifiche, dell’agricoltura e dell’urbanizzazione.

Eppure la vegetazione ripariale svolge una funzione insostituibile nella promozione e nel mantenimento della qualità delle acque superficiali, dell’ambiente acquatico e nel permettere lo svolgimento dei fenomeni di depurazione naturale spontanea tipici degli ecosistemi acquatici. L’eliminazione della vegetazione ripariale può determinare una serie di problematiche ambientali tra cui la rapida erosione e destabilizzazione delle sponde, la riduzione degli acquiferi e l’eliminazione dello strato di terreno saturo di acqua, con gravi conseguenze per la biodiversità. I tagli sono inoltre avvenuti durante il periodo di riproduzione, in particolare della fauna ornitica con grave rischio per la stessa: questo nonostante la legge vieti la distruzione dei nidi proprio per proteggere l’avifauna.

Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Alle associazioni sono stati segnalati altri tagli, anche qui presumibilmente fatti da privati senza alcuna autorizzazione, sul Monte Sirente. Recentemente, anche la zona SIC (Sito di Interesse Comunitario) delle Gole di San Venanzio era stata oggetto di tagli illegali, fermati solo in seguito a un esposto presentato dalle associazioni.

Le associazioni auspicano una maggiore attenzione da parte delle autorità preposte a protezione della preziosa biodiversità di zone quali la Valle Peligna, dove tagli di questo tipo, che si aggiungono ai frequenti episodi di bracconaggio, non possono più essere tollerati.

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