L’AQUILA – Domani mattina, sabato 22 aprile alle ore 10,30 presso l’Auditorium del Parco del Castello a L’Aquila (in Piazza della Fontana Luminosa) si terrà un incontro degli inquilini e assegnatari dell’edilizia residenziale pubblica promosso dal Mia Casa d’Abruzzo per fare il punto della situazione e dare una spinta alla ricostruzione “pesante” e per sollecitare la messa in sicurezza sismica del patrimonio abitativo pubblico delle 5 ATER della Regione Abruzzo e dei Comuni ad alto rischio sismico.
Sono 1.053 gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica classificati E cioè inagibili, di proprietà dell’ATER, di ex-Inquilini, ex-INCIS e del Comune dell’Aquila che ancora oggi non sono stati ricostruiti e messi in sicurezza sismica.
“Noi, insieme ed a mani nude abbiamo fatto quasi un miracolo: quello di ottenere subito i primi 150 milioni di euro per la ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica! (Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n, 3803 del 15 agosto 2009). Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, con alcune manifestazioni e assemblee pubbliche all’Auditorium antisismico della CARISPAQ al Palazzo “Strinella 88” e alla Villa Comunale davanti al Palazzo dell’Emiciclo del Consiglio regionale” scrive in una nota l’ex parlamentare Pio Rapagnà del Moviamento Mia Casa d’Abruzzo.
“Poi i “soggetti attuatori” e alcuni amministratori pubblici, invece, non hanno fatto quello di cui erano stati incaricati di fare, nei tempi necessari e nei modi migliori.
Per noi è stata un quotidiano “correre dietro” alle Istituzioni, ai Commissario Delegato e Presidente della Regione, al Presidente e all’intero Consiglio regionale, al Commissario ATER , al Provveditorato alle Opere Pubbliche e al Sindaco, agli Assessori alla ricostruzione e al Consiglio Comunale dell’Aquila ed ai rispettivi “politici” regionali e comunali di riferimento, Deputati e Senatori. Questa “rincorsa” è cominciata otto anni fa ed ancora in atto, e andrà avanti fino a quando non arriva a destinazione.
Per questo abbiamo il dovere di andare avanti, per quanto possibile, alla luce del sole, con forza e coraggio, e con le mani pulite, almeno noi.
Passate la voce, fate qualche telefonata agli altri inquilini ancora sfollati ed a quelli che sono già ritornati nelle loro abitazioni, mandate messaggini per invitarli a intervenire tutti, perché c’è da fare un ultimo sforzo, tutti insieme come all’inizio, quello decisivo e determinante per l’avvio della ricostruzione della Case E e per far fare i lavori di miglioramento e adeguamento sismico e per la messa in sicurezza ddi tutte le abitazioni che sono a rischio” si legge nella nota di Rapagnà.