L’AQUILA – di Marco Signori – Diviso in due, con il Comitatus Aquilanus e L’Aquila 5 Stelle Beppegrillo.it da un lato e gli Amici di Beppe Grillo dall’altro, il Movimento cinque stelle all’Aquila rischia di non essere presente alle elezioni amministrative dell’11 giugno prossimo.
Se infatti i primi, attraverso una piattaforma telematica hanno proceduto alla scelta del candidato sindaco, individuato in Fabrizio Righetti, gli attivisti che fanno riferimento a Giorgio Fioravanti, che rivendica di essere stato il primo a fondare un meetup, sono rimasti a guardare e, dopo i tentativi di ricucire con gli altri due, hanno gettato la spugna.
Il nodo è tutto sulla concessione del simbolo del Movimento cinque stelle da parte di Grillo, che a questo punto, potrebbe addirittura non darlo a nessuno.
Un rischio di cui è consapevole la senatrice Enza Blundo, a cui fanno riferimento il Comitatus Aquilanus e L’Aquila 5 stelle Beppegrillo.it, che ad AbruzzoWeb ammette: “Non sappiamo se verrà data la certificazione o se qualcuno ha mandato liste, quando ci sono più liste è ovvio che si rischia che non rilasci il simbolo”.
La Blundo non cita mai Righetti, ma è a lui e al percorso che ha portato alla sua individuazione che fa riferimento, così come non cita mai i “dissidenti” che fanno riferimento a Fioravanti, nei confronti dei quali adombra dei sospetti: “Se ci sono state liste nascoste senza correttezza, trasparenza e democrazia non lo sappiamo – dice – Se sono state inviate allo staff di Grillo altre liste non lo so”.
Parlando della scelta di Righetti, al contrario, la Blundo dice che “il percorso è stato tutto trasparente con pubblicazione periodica, all’ultima riunione si è anche fatta una votazione tra i numerosi presenti in cui si è definita la lista e votato il candidato portavoce”.
“Abbiamo contezza di un unico percorso pubblico di costituzione di una lista, ci sono stati degli incontri pubblici e delle votazioni, L’Aquila è un capoluogo di regione quindi come gli altri potrebbe anche essere portata al votata al voto sul blog ufficiale – aggiunge – All’Aquila solo alcuni gruppi hanno fatto un percorso pubblico chiedendo le candidature su internet, facendo richiesta di candidatura a chiunque avesse voluto tra la cittadinanza. Anche questo processo, analogo a quello che si è svolto a Palermo e La Spezia, è stato deciso e votato durante una riunione pubblica a cui partecipai anch’io, e a votazione si scelse questo esempio”.
“La procedura è questa – spiega – i gruppi locali o fanno un’unica lista e la mandano allo staff oppure scelgono di fare percorsi pubblici, e all’Aquila è stato scelto di fare in questo secondo modo”.
E rincara la dose: “Se ci sono gruppi che in totale segretezza hanno deciso di mandare una lista allo staff, questo non lo sappiamo”, dice, ricordando come siano stati “invitati fino all’ultimo a collaborare ma si sono tenuti fuori, se hanno fatto una lista interna viene anche da pensare che lo abbiano fatto per non far certificare nulla”.
La Blundo, in ogni caso, esclude una sua candidatura, anche come consigliere, “sto in Parlamento e noi non abbiamo queste modalità, ‘mi dimetto da una parte per andare da un’altra’”.
“Abbiamo provato a fare una lista – spiega dal canto suo Fioravanti – ma non vogliamo cadere nel tranello di lasciare agli altri l’alibi per dire che la loro lista non sarà certificata a causa nostra, perciò noi a Casaleggio non abbiamo mandato nessuna lista”.
“In questo modo”, è il ragionamento di Fioravanti “se non dovessero ottenere il nulla osta per l’utilizzo del simbolo sarebbe un fallimento del loro progetto, a cui noi non abbiamo messo alcun bastone tra le ruote”.
E aggiunge: “Le persone devono capire che se non potranno votare il Movimento cinque stelle alle comunali lo devono a quel gruppo e alla mancata volontà di dialogare con noi”.
“Fino al 2014 all’Aquila non c’era alcun meetup, il primo ed unico fu aperto da me, che fui votato come organizer su un portale locale – ricorda – alle elezioni comunali del 2012 fu fatto tutto in riunioni a porte chiuse, compresa la scelta della candidatura della Blundo, ma non ci fu nessuna votazione sul blog di Grillo”.
I due gruppi che fanno capo alla Blundo? “Se andiamo a vedere – sostiene Fioravanti – gli iscritti sono gi stessi, è stata una trovata per dire che sono due e noi uno solo”.
“Ci sono state prove di dialogo anche documentate da riprese video fatte da me e pubblicate in rete”, racconta, “avendo noi posizioni più liberali e loro più dettate da frange di Rifondazione comunista, dicemmo ‘cerchiamo di venirci incontro per avere il simbolo’. Ma dopo una serie di incontri non andati a buon fine, di cui uno in Regione alla presenza di alcuni consiglieri, dove abbiamo proposto di fare delle primarie aperte a tutti, con un solo banchetto di una giornata, siamo stati ricoperti di insulti”.
Il gruppo Amici di Beppe Grillo, spiega Fioravanti, “non riconosce le votazioni” che hanno scelto Righetti, “perché i voti che gli hanno permesso di prevalere su Fausto Corti, sono costituiti da tutti coloro che saranno candidati consiglieri comunali, 30 in tutto. Allora è una votazione tra candidati consiglieri, non è uno strumento oggettivo e aperto!”.