ROMA – Approvata una misura di sostegno alle famiglie sotto la soglia di povertà. A ciascun nucleo avente diritto, un massimo di 480 euro. Ecco come funziona.
Con il sì definitivo del Senato, il ddl per il contrasto della povertà, il cosiddetto reddito d’inclusione per le famiglie meno abbienti, diventa legge. Vediamo che cos’è questo reddito d’inclusione e a chi spetta.
Che cos’è il reddito d’inclusione
Il reddito d’inclusione è un aiuto dello Stato alle famiglie che, modello Isee alla mano, sono maggiormente in difficoltà. In pratica, si tratta di una misura varata per sostenere in modo progressivo quelle famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, a partire dei nuclei con bambini. Ne potranno beneficiare sia i cittadini italiani sia quelli stranieri, purché abbiano un periodo minimo di residenza nel territorio nazionale, che verrà fissato in seguito.
Il reddito d’inclusione, noto anche come Rei, sostituisce il Sia, cioè il Sostegno per l’inclusione attiva, che finora prevedeva l’erogazione di un beneficio economico (condizionato all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa) in favore delle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico. Oggi il Sia ammonta a 400 euro al mese, ma l’importo per il reddito di inclusione dovrebbe arrivare a 480 euro al mese, erogati probabilmente in forma di carta prepagata. Il ddl delega prevede anche il riordino di altre prestazioni, come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi. L’obiettivo è quello di ridistribuire le risorse a disposizione per allargare ulteriormente il numero dei beneficiari.
Il Governo stanzierà complessivamente 2 miliardi di euro per finanziare il reddito d’inclusione, una parte dei quali arrivano dalle risorse europee.
A chi spetta il reddito d’inclusione
Il reddito d’inclusione, secondo il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dovrebbe interessare circa 400mila famiglie con figli minori a carico o, se preferite, quasi 1 milione e 800mila persone.
Ma a chi spetta il reddito d’inclusione? Ne avrà diritto chi ha un Isee uguale o inferiore a 3.000 euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici di rilievo. Ogni nucleo familiare riceverà mensilmente la somma necessaria a colmare il gap tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile. L’importo erogato verrà calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare per garantire quello che si propone come il vero scopo del provvedimento: che ogni famiglia abbia un livello di vita «minimamente accettabile». In cambio, il beneficiario dovrà impegnarsi in una sorta di «patto con la comunità», che comprende, ad esempio, il rispetto delle regole nella società o la disponibilità ad accettare le proposte di lavoro che potrebbe ricevere dai Centri per l’impiego. In questo modo, si cerca anche di spingere chi oggi si trova in serie difficoltà a migliorare la propria condizione e a non stagnarsi in una situazione di perenne bisogno.
Quando entrerà in vigore il reddito d’inclusione?
Il reddito d’inclusione è diventato legge con l’approvazione al Senato, dopo il primo via libera della Camera. Ora il Governo deve emanare il decreto attuativo (ammesso che basti uno solo) entro 6 mesi, anche se l’Esecutivo conta di farlo prima. Se tutto fila liscio, il reddito d’inclusione diventerà pienamente operativo a settembre, a meno di qualche piccolo slittamento. Nel frattempo, resta in vigore il Sia.
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