L’AQUILA – “Appare poco coerente, e’ che, mentre da un lato si prospetta in sede politica una velocizzazione del servizio Giustizia, dall’altro si smantella in maniera gravosa ed immediata la dotazione di personale – tra l’altro connotato da notevole esperienza professionale consolidata nei numerosi anni di servizio magistratuale – che, come gia’ in precedenza rilevato, e’ l’elemento cardine (in uno con la semplificazione sul piano normativo – processuale) per il raggiungimento di un siffatto obiettivo”. Lo afferma il presidente del Tribunale amministrativo dell’Abruzzo, Bruno Mollica, nella sua relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2015. Secondo il magistrato ” solo la garanzia di un’uscita graduale dei magistrati interessati in funzione di contemporanei nuovi ingressi in magistratura potrebbe evitare lo smantellamento del servizio Giustizia. Per quanto concerne il T.A.R. Abruzzo (complesso L’Aquila – Pescara), l’intervento dovrebbe comportare, entro il 31 dicembre 2015, un depauperamento di circa il 30% della attuale dotazione di magistrati, a quel momento non sollecitamente sostituibile”. Per Mollica “Certo e’ che, in assenza di una contestualita’ tra il previsto esodo e la copertura, sia pure in misura limitata, delle carenze organiche, il consistente depotenziamento organico che si profila non potra’ consentire ai magistrati in servizio presso questo Tribunale di dare di piu’ di quello che, con enormi sacrifici, hanno gia’ dato pur in presenza di un pregresso gia’ sottodimensionato organico; e cio’ vale, credo, anche per gli altri Tribunali amministrativi interessati dal “ciclone” riduttivo”. Infine l’affondo del magistrato: “Ed allora, o il Governo ci fornisce le risorse umane magistratuali e amministrative per operare oppure noi non saremo in grado di andare avanti relativamente a tutte le controversie. E’ bene che la politica si renda conto che le riforme della Giustizia non si possono fare “a costo zero”, altrimenti si va allo “sfascio” della Giustizia stessa. Io invito il Foro pubblico e privato abruzzese a far sentire la propria voce anche mediante gli Ordini locali e nazionali: e’ in gioco un primario interesse anche delle categorie professionali!”.