L’AQUILA: – Tornado ai profili di colpa, i giudici della Corte di Appello affermano: “si ritiene, invece, che sussista la contestata colpa generica, sotto il profilo della negligenza e dell’imprudenza, a carico del solo De Bernardinis, con esclusivo riferimento al contenuto dell’intervista televisiva rilasciata ad un’emittente televisiva immediatamente prima della riunione ed ampiamente diffusa su tutti media anche nei giorni seguenti. Ci si riferisce – proseguono i giudici della Corte D’Appello – in particolare alle dichiarazioni riportate negli ultimi due passaggi dell’imputazione, secondo le quali lo sciame sismico ‘si colloca, diciamo, in una fenomenologia senz’altro normale dal punto di vista dei fenomeni sismici che ci si apsetta in questa tipologia di territori, che poi e’ centrata intorno all’Abruzzo…’; non c’e’ un pericolo, io l’ho detto al sindaco di Sulmona, la comunita’ scientifica mi continua a confermare che anzi e’ una situazione favorevole percio’ uno scarico di energia continuo, e quindi sostanzialmente ci sono anche degli eventi piuttosto intensi, non intensissimi,…abbiamo avuto pochi danni’. Tali dichiarazioni, infatti, esprimono concetti scientificamente errati e certamente rassicuranti, non potendo qualificarsi la situazione in atto come ‘favorevole’ e priva di pericolosita’; esse, inoltre, potevano indurre i fruitori dell’informazione ad attribuire le medesime valutazioni tranquillizzanti sui fenomeni sismici in corso e sulle possibili evoluzioni anche agli esperti che si accingevano a procedere alla valutazione richiesta dal Dpc la ‘comunita’ scinetifica’. Tale condotte – evidenziano sempre i giudici d’Appello – viola i canoni di diligenza nel controllo preventivo di correttezza di quanto si comunicava alla popolazione e di prudenza nella gestione della situazione di rischio, dovendo l’agente considerare adeguatamente, e quindi prevedere, la possibilita’ che tali dichiarazioni potessero indurre nella popolazione, o quantomeno in alcuni cittadini, un abbassamento della soglia di attenzione e quindi una riduzione delle abitudini di autotutela in un momento in cui era possibile, e quindi astrattamente prevedibile, un’evoluzione negativa della sequenza sismica in corso. Per quanto sia certo che quell’intervista fu diffusa da alcuni tra i media piu’ diffusi con modalita’ tali da indurre un gran numero di cittadini ad attribuire i concetti in essa esposti indistintamente agli ‘scienziati’ e quindi alla Cgr, assistita per la sua funzione istituzionale da massima autorevolezza. E’ certo che De Bernardinis, responsabile della comunicazione in quel frangente, non ritenne di chiarire che le affermazioni da lui fatte non erano in alcun modo riconducibili agli scienziati della Cgr e che anzi era emerso in sede di riunione che non si era affatto in presenza di ‘fenomeni favorevoli’.