
L’AQUILA: – Sull’operazione “Aquila nera” parlano abbondantemente le informazioni che abbiamo ricevuto in queste ore. A nome del Partito Democratico dell’Aquila non posso che esprimere da un lato soddisfazione per il prezioso e puntuale lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Naturalmente le responsabilità saranno accertate nel corso del procedimento, ma è indispensabile rendersi conto che esistono gli strumenti per combattere fenomeni di questo tipo, e chi sono servitori dello Stato che non risparmiano competenza e abnegazione nel metterli in campo.
Va anche detto, tuttavia, che questi fatti non possono essere derubricati nella sezione della mera cronaca nera. Esiste una dimensione politica che emerge, perché è dalla lotta politica – o meglio, da una sua degenerazione – che si alimentano. E’ compiti perciò nostro, perché la politica è di tutti, compito dei partiti, dei rappresentanti istituzionali, degli eletti e degli elettori, vigilare. La nostra rimane, la storia ce lo insegna, una democrazia fragile, e l’antifascismo non può essere dato per scontato: esso va coltivato, insegnato, praticato tutti i giorni nelle idee e nei comportamenti.
Mi colpisce nei resoconti delle indagini il riferimento ai fatti e ai gruppi degli anni Settanta: periodo di grandi passioni e grandi tragedie, che maturarono sulla scorta di un disagio sociale diffuso. Oggi quel disagio è diverso, ma per certi versi è più aspro, insidioso. Allora la politica riuscì a compattarsi e a costituire una diga contro il terrorismo, con il sostegno dei sindacati e dei cittadini; oggi più che allora c’è bisogno di partiti che non si limitino a essere comitati elettorali, ma che svolgano un ruolo attivo nella società per valorizzare i luoghi e la discussione politica. All’Aquila, città dalla tradizione antifascista, bisogna farlo con forza più che in passato. “
E’ quanto scrive Stefano Albano