L’AQUILA: – Edifici scolastici non proprio giovanissimi rispetto alla media nazionale, il 95% dei quali costruiti prima del 1990 e di questi il 60% prima del 1974, anno della legge sulla prevenzione antisismica.
Una situazione rafforzata dal fatto che l’87% (il 50% in più rispetto alla media nazionale) ha necessità di interventi urgenti e il 26% (meno della metà della media nazionale) ha goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.
È questo il quadro che emerge dalla XV indagine Ecosistema Scuola, il rapporto annuale sulla qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici di Legambiente i cui dati saranno presentati oggi a Roma.
Due città abruzzesi su 4 rispondono alla richiesta di dati.
L’Aquila fornisce certificazioni di collaudo statico, idoneità statica, agibilità e certificazione igienico-sanitaria. Metà degli edifici usufruisce di energia rinnovabile, dal solare termico al fotovoltaico e in taluni casi vengono utilizzate entrambe queste fonti.
La percentuale del biologico si attesta al 100% in tutte le mense scolastiche. A Pescara, se da una parte le scuole possiedono porte antipanico e impianti elettrici a norma, non vengono dotate delle certificazioni necessarie e l’87% di esse ha necessità di interventi urgenti, in particolar modo di adeguamento statico. Al via le buone pratiche con attraversamenti pedonali e nonni vigili di fronte le scuole, ma ancora poco si utilizzano le fonti rinnovabili (fotovoltaico) che riguardano solo il 15,2% degli edifici.
L’Aquila e Pescara si posizionano nella graduatoria stilata, rispettivamente al 30° e 71° posto
Puntano alle buone pratiche le città abruzzesi, in particolar modo a una mobilità sostenibile con il 19,6% di edifici che usufruiscono di pedibus (la media nazionale è del 14,2%), di aree di sosta per le auto e di attraversamenti pedonali (il 100%).
Buono è anche il finanziamento dei comuni verso progetti educativi per le scuole e per progetti e iniziative rivolte agli under 14.
Se è vero che le scuole abruzzesi sono state dotate di quasi tutte le certificazioni, dall’idoneità statica a quella igienico-sanitaria (97,8%) ben al di sopra della media nazionale, nel dotarsi dei requisiti di sicurezza come porte antipanico e impianti elettrici a norma (98,9%), nell’avere prodotti biologici a tavola (siamo al 100%), restano un po’ indietro nella raccolta differenziata, con il solo 50% di recupero di quasi tutti i materiali (escluso l’alluminio).