
L’AQUILA: – Arrivano anche nella Regione Abruzzo denunce contro medici che effettuano visite intramoenia nell’orario di servizio, utilizzando attrezzature ospedaliere, incassando poi il denaro versato dai pazienti senza corrispondere la parte spettante alla Asl. Le visite intramoenia, ovvero quelle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, sono previste da legge, ma a fronte di un pagamento da parte del medico delle strutture che utilizza.
A cercare di far luce su questa nebulosa questione è il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Abruzzo Pietro Smargiassi, che con un’interpellanza porta il problema all’interno del consiglio Regionale. Nell’interpellanza si legge che “l’obiettivo della norma, nelle intenzioni, era quello di captare la clientela privata dei dottori all’interno l’Azienda pubblica, la quale avrebbe dovuto provvedere a garantire spazi e personale, in cambio di quota parte del compenso professionale dovuto e che l’istituto dell’intramoenia avrebbe dovuto portare ad uno snellimento delle liste d’attesa”.
Obiettivi non raggiunti secondo lo studio effettuato da Pietro Smargiassi tanto che l’Abruzzo si contraddistingue per le numerose liste d’attesa che per alcuni esami costringono il paziente ad attendere anche 6 o 12 mesi.