
L’AQUILA: – Sulla fase emergenziale del post-terremoto aquilano la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, non ha lesinato qualche critica. In particolare ha parlato di errori fatti nella gestione del post-sisma evidenziando che “il tessuto di questa citta’ si e’ disgregato perche’ non si e’ fatto niente per trattenere gli aquilani all’ Aquila, a cominciare dal fatto che si sono costruite le case fuori dal centro storico. In parte era necessario, forse. Bisognava dimostrare “quella grande efficienza della prima fase” ma poi si e’ visto che “questa prima efficienza non c’e’ stata”. Per l’on. Bindi che ha parlato di “troppe deroghe”, in quel momento “la protezione civile ha potuto operare con poche regole. “Se tutti dicono che le peggiori case sono quelle assegnate a tutti i pellegrini quelli legati ad Anemone – ha osservato la presidente – si e’ compiuto un errore nel montare le casette pensando di fare una cosa buona mentre c’e’ stata una fuga da questa citta’ perche’ nessuno ha aiutato a scegliere di restare qui, non sara’ un caso se questa citta’ si e’ riempita di cantieri dopo il piano Barca che ha accelerato e sbloccato la situazione, lo hanno detto tutti gli interlocutori di oggi, nella prima fase qualche errore e’ stato fatto. L’ Aquila in una certa fase era stata adottata da tutto il mondo – ha ricordato l’on. Bindi – e questo in una certa fase ha comportato dei benefici. Poi pero’ e’ stata un po’ abbandonata dal paese. Ora mi pare ci siamo messi sulla retta strada con il Governo che ha intenzione di fare sul serio”.