
NAVELLI (AQ): – di Rosa Rossi*) – La storia lascia sempre il segno del proprio passaggio.
Lo si vede nel paesaggio, nella scelta dei luoghi da abitare, nei terreni da coltivare, nelle case – che siano modeste abitazioni o palazzi.
La piana di Navelli, con i due paesi arroccati sulla cima dei colli – Navelli e Civitaretenga –, può illustrare a pieno titolo tale affermazione: le tracce degli abitati originari nella piana in epoca vestino – romana (come sempre più evidenti nei luoghi di riposo per i morti, le necropoli) e lo spostarsi dei centri abitati sulle cime sono i due momenti più significativi di questo processo.
Entrambe queste fasi sono durate per centinaia di anni, con successive lente trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo che andava adattando gli spazi alle proprie necessità quotidiane.
Peraltro, a volte, la storia lascia il suo segno pesantemente.E’ quello che è capitato nel corso del XX secolo: due guerre e il massiccio fenomeno dell’emigrazione hanno trasformato in profondità la realtà degli abitati, spopolandoli e abbandonandoli alle forze della natura.
La realtà che vive chi è rimasto – pochi rispetto alla situazione di fine Ottocento (circa tremila abitanti rispetto ai circa seicento di oggi) – è quella di borghi rimasti immobili nel tempo a subire il lento declino dovuto all’assenza dei proprietari, senza il necessario adeguamento delle strutture abitative a un modello di vita enormemente diverso da quello che, con poche modifiche, è stato in vigore per ottocento anni circa.
Di tutto questo si trova traccia sia a livello di ricerca e studio sia a livello di osservazione temporanea, durante una passeggiata: l’assenza di qualsiasi intervento ha reso il borgo medievale di Navelli un ‘museo a cielo aperto’. Immergersi nelle sue viuzze, tra scale intagliate nella pietra, porte che si aprono ad altezze diverse, minuscole finestre affacciate sugli archi, cantine a volta accanto a grotte scavate nella roccia, pietre sporgenti sulle pareti dei fienili, a mo’ di scala, un’incredibile concentrazione di edifici religiosi, porta a riscoprire i frammenti di un mondo antico, quando la popolazione lavorava tutto il giorno nei campi e a sera si rinchiudeva nel borgo e quando l’anno era segnato in modo molto più evidente di quanto avvenga oggi dal calendario stagionale e religioso.
Per questo, nella primavera del 2009, il F.A.I – Fondo Ambiente Italiano – aveva scelto Navelli, entrato nel Club dei Borghi più belli d’Italia, grazie alle specificità del borgo e all’interesse suscitato dalle opere contenute in alcuni edifici religiosi (San Rocco, San Sebastiano e Sant’Egidio, in particolare) oltreché all’impegno dell’amministrazione comunale, come una delle sedi della XVII edizione della Giornata FAI di Primavera.
Solo una settimana più tardi il terribile sisma che ha distrutto la città dell’Aquila e sconvolto una buona parte dei borghi dell’aquilano, ha bloccato quello che doveva essere la fase iniziale di un momento di crescita, concentrando le istituzioni e i privati sulle necessità dell’immediato.
A distanza di cinque anni da quella terribile notte del 6 aprile – in considerazione degli interventi già attuati, di quelli in via di realizzazione o già pianificati dall’amministrazione comunale, nel rispetto delle leggi vigenti e nella consapevolezza che in questa fase gli interventi sono centrati sui danni del sisma e non sui danni di cento anni di forzato abbandono che hanno caratterizzato il Novecento – la Pro Loco di Navelli rinnova il suo impegno per la ripresa turistica dei borghi.La Pro Loco ritiene infatti che il patrimonio storico – artistico di Navelli, uno dei borghi più belli d’Italia dal 2008, meriti grande attenzione, nella convinzione che l’attività turistica possa portare indubbi benefici alla cittadinanza e nella certezza che la situazione attuale dei due borghi e dei gioielli architettonici che racchiudono possa essere la meta di un turismo non certo di massa ma responsabile, attento alle specificità locali, interessato a riconoscere i segni della storia ossia, in ultima analisi, la presenza dell’uomo, del suo lavoro, delle sue preghiere in ciò che ci è rimasto come patrimonio del nostro passato, lontano e recente.
Per informazioni e per la prenotazione di visite guidate anche a tema scrivere a: prolocodinavelli@gmail.com
*) – Presidente della Pro Loco di Navelli