ROMA: – Sei aprile giorno di lutto,di dolore , di rabbia, di speranza. Giorno del ricordo delle 309 vittime innocenti del terremoto volate in cielo alle 03.32 di quella maledetta notte in cui la luna rischiarava l’ultima neve di primavera sul G. Sasso, i mandorli erano fioriti ed i prati iniziavano a verdeggiare. Quella che doveva rappresentare l’arrivo della bella stagione, la ripresa della vita, si trasformò in una catastrofe in cui perirono tanti nostri fratelli meno fortunati di noi. Un lustro è già passato da quando la bella città d’arte, un gioiello incastonato nel Centro Italia, e tanti Comuni del cratere furono ridotti ad un cumolo di macerie dalle bestiale furia nera in una manciata di secondi. Ieri, a distanza di cinque anni dal sisma con la ricostruzione che ancora stenta a partire ed un tessuto sociale in preda alla disgregazione più preoccupante, si sono tenute tante manifestazioni. Un programma ricco di eventi, cosa non facile in questi tempi di crisi,tra convegni, incontri e concerti del ricordo, della memoria per mantere vivo lo spirito di appartenenza alla Comunità. Quella più toccante è stata la fiaccolata partita dalla casa dello studente e conclusa in piazza Duomo dove sono stati scanditi, in un clima di commozione generale, i nomi delle vittime ed alle 03.32 il silenzio è stato rotto da 309 rintocchi di campana. Tante, più di 12mila persone, hanno rischiarata la notte con la luce delle candele in un silenzio che spaccava il cuore e sembrava invocare giustizia e sicurezza affinchè una simile tragedia non si verifichi mai più. Su tutti i social net work e nei quotidiani più diffusi a livello locale si sono susseguiti messaggi di umana comprensione, di solidaretà e di cordoglio nei confronti dei parenti delle vittime. Una per tutti la struggente lettera, che ha fatto accapponare la pelle di tanti lettori, scritta dal caporedattore de il Centro, Giustino Parisse, ai figli periti nel terremoto. La gente abruzzese, forte e gentile per tradizione,profondamente legata ai propri territori ha affrontato, nonostante problemi ed enormi difficoltà, con indomito orgoglio l’immane tragedia sisma rialzandosi subito in piedi ed affrontando con decisione e coraggio la stragrande sfida della ricostruzione. Ora che sembra cambiato il passo anche a livello politico occorre mobilitare risorse ed intelligenze in sinergia per arrivare a fatti concreti e non parole evitando che i giovani lascino la città. Di chiacchiere se ne sono già fatte molte. Bisogna innanzitutto colpire coloro, e ce ne sono abbastanza stando alle statistiche ed alle continue inchieste della magistratura, che si sono appropriati indebitamente dei fondi per la ricostruzione e con la compiacenza di tecnici hanno ottenute somme superiori alle loro spettanze. Anche questa è una forma di sciacallaggio, analoga a quella di coloro che se la ridevano al caldo delle loro case, prevedendo facili guadagni, mentre la gente moriva di stenti sotto le macerie. Una truffa reale ai danni di coloro che hanno veramente bisogno, va combattuta senza mezzi termini. Ma torniamo a bomba torniamo alla bella manifestazione di ieri, nella basilica delle basiliche romane: quella di S. Giovanni in Laterano. Qui si è tenuto un concerto del bravissimo maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – dal titolo “ Una Preghiera per l’Aquila” dedicato nelle parole del grande, giovane,artista abruzzese “ all’indomito coraggio e all’incredibile forza della terra d’Abruzzo, da sempre nei miei pensieri sempre nella mia anima, sempre nel mio cuore”- con la partecipazione di Simona Molinari e la lettura degli splendidi versi delle poesie di Giosafat Capulli: “Morire e Nascere in Primavera e Alla Mia Città” . La sala era gremita da numerosi abruzzesi tra cui io con una nutrita schiera di amici cabbiesi, l’amica e collega Capistrellana, Patrizia Capodacqua con due suoi compaesani. Tante le personalità e le autorità presenti: l’ex presidente del Senato On Franco Marini che, da alpino e da abruzzese lo ha tenuto a precisare, ha portato il suo saluto ricordando le fasi difficili dell’inizio terromoto; L’on Nazario Pagano , presidente del Consiglio regionale, Il dott. Giuliano Sciocchetti segretario dell’associazione Abruzzese, una delle più antiche e prestigiose della capitale, Andrea Roncato, Giancarlo Magalli ed altri. Sia durante la lettura delle poesie che negli interspazi tra i vari brani del maestro Sipari la platea gli tributava in continuazione applausi. E’ stato poi assegnato il premio speciale “rinascita” andato ad una personalità che si è maggiormente distinta nell’opera di ricostruzione: il dott. Francesco Baglio. Un grazie di cuore a quanti hanno collaborato all’organizzazione alla realizzazione e alla gestione dello splendido evento convinti del fatto che la musica e quindi la cultura possono svolgere davvero un grande ruolo e continuino ad abbracciare la nostra terra nel suo straordinario impegno di collante della società.