PAGANICA (AQ): – Sabato 5 e Domenica 6 Aprile le associazioni, i gruppi volontari e i comitati della città di Paganica invitano i cittadini a partecipare alla manifestazione intitolata “IL GIORNO DELLA RINASCITA”, in concomitanza con la ricorrenza del V anniversario del sisma 2009.
L’iniziativa ha per molti versi caratteri di unicità ed originalità.
Per la prima volta infatti 14 rappresentanze locali, unite dal mai dimenticato simbolo della città, il “Moro con fiore in bocca”, hanno colto la necessità di unire le forze in una prima azione comune, un segnale di attenzione alla popolazione paganichese.
Paganica è l’emblema tipico dell’attuale fase di ricostruzione: rifacimento delle periferie ma non dei “centri” cittadini; soprattutto, ricostruzione materiale (quando avvenuta) completamente slegata dal tessuto sociale che è la vera base fondante di una comunità e di conseguenza di una città.
Scuole, servizi sociali sanitari e sportivi, centri aggregazione e attività imprenditoriali, unite dall’unico collante delle case (dalle ville alle baracche) coesistono in maniera disordinata e disaggregante, in nome forse di principi di congruità economica ma non certo sociale ed urbanistica.
Alcune delle principali conseguenze:
– una notevole parte della popolazione (soprattutto anziani e giovanissimi), in termini assoluti numerici in crescita rispetto a quella stanziale del 6 aprile, letteralmente ghettizzata nel progetto C.A.S.E. (i due “quartieri residenziali” come eufemisticamente recitano i cartelli stradali della zona), privi di qualsiasi accesso a mezzi efficaci di trasporto e di qualunque servizio basilare;
– un centro storico, uno dei più belli (anche dal punto di vista paesistico) e vasti delle frazioni del cratere, letteralmente lasciato andare in rovina non a causa dell’incuria post-terremoto, ma grazie a quelle politiche di “sicurezza delle zone rosse” che lasciano semplicemente esterrefatti per i risultati, ben diversi da quelli aquilani;
– la generale ed oramai nazionale crisi economica si ripercuote con un generale impoverimento ad effetto domino; fenomeno che nell’aquilano ha particolare peso, visto che qualcuno dimentica che Emilia e Abruzzo siano ancora in piena emergenza post terremoto.
Gli effetti, come del resto in tutto il territorio comunale, sono noti: dall’alto uso di psicofarmaci ed antidepressivi ai fenomeni di bullismo e disagio giovanile.
La situazione di Paganica è infine esemplare per l’evidente contraddizione di una popolazione di circa 11.000 abitanti lasciata di fatto a sé stessa, priva di qualsiasi capacità decisionale e progettuale, causa l’avvenuto svuotamento di una benché minima rappresentanza di natura politica ed amministrativa, come l’abolizione delle Circoscrizioni. Accade così che la maggiore frazione del Comune di L’Aquila abbia in Consiglio Comunale due soli rappresentanti, alla stregua di centri abitativi i cui residenti non raggiungono un decimo della popolazione paganichese votante. Stranezze (ma sarebbe meglio dire: colpe) di un sistema rappresentativo quanto meno carente.
Le risorse economiche? Inesistenti. L’impegno finanziario per le frazioni del Comune di L’Aquila è ben lontano da quel 40% a suo tempo promesso dagli organismi locali. Con calcoli che ricordano un famoso passo del “Fontamara” di Silone, probabilmente è vero che i soldi per una generale ricostruzione non sono sufficienti, ma è anche vero che non si rispettano le proporzioni neanche sulle cifre parziali disponibili.
OBIETTIVI
Paganica e la sua comunità aspirano a legittimi riconoscimenti: esprimere e imporre, dal basso, proprie linee progettuali sulla ricostruzione; rivendicare un potere democratico di diniego e assenso a decisioni prese dagli organi locali; in sintesi, progettare e realizzare un’idea di Paganica città futura.
Ma per giungere a questi risultati il Comitato de “IL GIORNO DELLA RINASCITA” sa che il primo obiettivo, da raggiungere subito, è quello della ricostruzione del proprio tessuto sociale.
Prima ancora della ricostruzione materiale, quella sociale è persino più importante ed urgente: pur infatti con profonde trasformazioni sin dagli Anni Settanta, Paganica è riuscita a mantenere, sia pure in piccola parte, un contatto fisico, diretto, tra tutte le sue componenti. Grazie a manifestazioni liturgiche e civili (dalle Feste di Pasqua a quella della Corsa del Cappello) e all’azione di gruppi di volontari (dal VAS al Gruppo Alpini) la città ha ancora oggi, per quanto minimo, un senso della comunità e del contatto, tramite vincoli non solo familiari ma anche amicali.
La disponibilità, fisica e materiale, dei paganichesi nei momenti di necessità pubbliche è stata storicamente sempre un forte collante per la comunità stessa, e le ha permesso di superare tanti momenti critici della propria storia.
Ecco perché il primo obiettivo de “IL GIORNO DELLA RINASCITA” è, letteralmente, far rinascere la comunità, affinché assuma coscienza del proprio ruolo, dei propri diritti e doveri: e possa, in seguito, imporsi come forza autonoma, in tutti i contesti (sociali, culturali, politici) che ne richiedano la presenza.