
L’AQUILA: – Siamo arrivati ai tre quarti della stagione di Lega Pro Prima Divisione. Due gironi in fermento, urge una rivisitazione sulle possibilità di promozione dei singoli. Quando tutto sembrava delineato, registriamo un passo indietro sul giudizio generale. Un fatto è certo. Non esistono squadre ammazza campionato. Non da questa certezza l’Entella da una parte, non la danno neppure Frosinone e Perugia, dall’altra.
L’andatura a tre marce dell’Entella ultima versione. Gli scivoloni del Perugia, che dopo la vittoria di Lecce sembrava aver preso il volo. Le brutte e imprevedibili cadute del Frosinone, vedi Barletta e Pontedera, hanno riaperto il campionato.
Probabile una involuzione solo temporanea dell’Entella nel Girone A. Spera la Pro Vercelli che bracca da sempre i liguri ed è a ridosso della prima posizione. Ma non dispera neppure la Cremonese che sta rinvenendo dopo un girone di andata dalla qualità impalpabile, nel gioco e nei risultati. La primavera potrebbe far sbocciare il grande potenziale dei grigiorossi ed allora sarebbero dolori per tutti. Gli otto punti di distacco non debbono però sminuire il percorso del Vicenza, che senza quei quattro punti di penalizzazione, avrebbe recitato un ruolo più ambizioso e totalmente diverso in questo torneo.
Entella, Pro Vercelli e Cremonese tre club dal grandissimo potenziale economico. Vicenza in projet work. Fondamentale, per i veneti, restituire equilibrio alle poste di bilancio. Tutti club che, nella categoria superiore, potrebbero recitare un ruolo importante.
La polemica a distanza tra Frosinone e Perugia sta favorendo il Lecce. I risultati li certifica sempre il campo. La legge del gol impone, sempre, anche la classifica. Le conferenze stampa non assegnano punti. Come non li assegnano le illazioni e le voci sui “segreti” chiacchierati. Sono fatti che possono soltanto distogliere la mente dall’ obbiettivo primario. Tanto che ne sta approfittando il Lecce, dato recentemente per spacciato nel discorso della promozione diretta. Lecce che si è invece riportato sotto ed incalza umbri e laziali.
Indipendentemente dai risultati una stagione avvincente. Un finale di campionato che si preannuncia scoppiettante. All’ insegna dell’ incertezza.
Emerge una considerazione che lascia perplessi in proiezione futura. Si registra un calo sensibile sul tasso medio della qualità tecnica. La mancanza di retrocessioni favorisce l’utilizzo di tanti giovani. Tra i tanti, diversi sono tecnicamente acerbi ed altri sono impreparati. Società senza ambizioni di classifica mandano in campo di tutto. Anche ragazzini in età di campionato allievi. Una scelta, il più delle volte, dettata dalla necessità economica. Il denaro del minutaggio. Il prossimo anno la riforma imporrà una ristrutturazione degli organici. Nove squadre su 60 retrocederanno. Lo spazio per molti giovani sarà ridotto al lumicino. Oggi si creano delle aspettative, improbabili, in tanti ragazzi e, contemporaneamente, si illudono le loro famiglie. Mi interrogo su quanto tutto questo possa essere giusto.
Diverso l’interesse che muove la Seconda Divisione. Le attenzioni sono tutte rivolte alle zone basse della classifica. Tutti cercano di guadagnarsi una posizione utile tra le prime otto nei rispettivi gironi. Mai play out sono stati tanto penalizzanti. Se ne salvano solo due su otto. Una tragedia per chi dovesse retrocedere. Meraviglia la brutta posizione del Sorrento, Torres in risalita dopo il mercato invernale, Messina che si è già tirata fuori. Aprile sarà il mese decisivo. Che poi vinca il Bassano in un girone, Teramo, Casertana o Cosenza nell’ altro ha un valore prestigioso, ma simbolico.
C’è però un argomento di grande attualità. In proiezione del futuro prossimo molte società non hanno stadi strutturalmente idonei per partecipare alla Lega Pro unica. Altri non fanno registrare una situazione finanziaria accettabile. La Nocerina è già stata esclusa. Qualche situazione particolare si registra in Serie B. Si dovrà forzatamente ricorrere al sistema dei ripescaggi. Certamente non sarà facile mettere insieme 60 Società in possesso di quella solidità strutturale ed economica auspicata dalla riforma.
Per concludere, non mi piace questo sistema usa e getta nei confronti degli allenatori. Trattati come “marionette”. Su e giù dalla scena come fossero pupazzi inutili. Senza alcun rispetto umano e professionale. Ormai ho perso il conto del numero degli esoneri. Ribadisco pertanto un concetto: Coverciano università del calcio per tutti. Cortesemente, organizzate anche un “master” per taluni presidenti.
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