
ROMA: – Le consultazioni entrano nel vivo. Dopo la giornata fitta di ieri, chiusa dal difficile incontro tra Renzi e Alfano, il premier incaricato incontra nella sala del Cavaliere, Silvio Berlusconi. L’ex capo del governo è arrivato a Montecitorio con i due capigruppo di Fi, Paolo Romani e Renato Brunetta ed ha dovuto attendere l’arrivo del segretario del Pd (“sono in ritardo solo di un minuto” ha precisato Renzi).
Sull’incontro pesa l’altolà del leader di Forza Italia sulle riforme. Il Cavaliere vuole che la legge elettorale venga discussa e approvata già nella prossima settimana, e soprattutto pretende che non ci siano modifiche. Nessuna apertura, dunque, al pressing di Alfano che punta con forza ad abbassare la soglia di sbarramento. Da Forza Italia no anche all’aggancio della riforma elettorale a quella del Senato, prospettiva che renderebbe certo un rinvio delle elezioni. In cambio, Berlusconi confermerà la disponibilità ad appoggiare con “senso di responsabilità” le riforme economiche se “di impronta liberale”.
Al termine dell’incontro con Berlusconi sarà la volta della delegazione Pd e alle 13,45 toccherà a Grillo. Il leader M5s – “bocciato” dalla base sul web – dovrà andare all’incontro con il premier incaricato. Grillo, insieme a Casaleggio, aveva definito queste consultazioni una farsa, opponendosi all’incontro. Poi però il voto online ha dato esito diverso: una sconfessione avvenuta con uno scarto di appena 446 voti, ma pur sempre una presa di distanza significativa rispetto alla linea dettata dai vertici. Ed è la seconda volta, dopo il caso del reato di clandestinità.
Ma la grana principale, per Matteo Renzi, è il rapporto con Ncd. Dal partito di Alfano arriva un no sul Job Act, tanto caro al premier incaricato, e una richiesta precisa sulla Giustizia: il futuro inquilino di Via Arenula non deve essere un “giustizialista”. Tradotto, nessun magistrato come Guardasigilli. Nell’agenda di Alfano ci sono invece la riforma delle intercettazioni, della custodia cautelare e della responsabilità civile dei giudici.
Ma un altro tema caro ad Ncd è la questione “posti di governo”. Alfano punta a difendere tre ministeri e soprattutto il Viminale, ma da dentro il partito c’è un apertura per una nomina al ministero dell’Economia. “Il presidente incaricato sta cercando un ministro dell’economia ‘politico’. Io credo che l’unico uomo politico, allo stato, che possa essere autorevolmente proposto a tale incarico è Angelino Alfano” ha dichiarato Mario Baccini (Ncd). Un incarico che potrebbe “accontentare” il partito che si sentirebbe “completamente e qualitativamente rappresentato”.
Nel pomeriggio – come chiesto con insistenza da Alfano – ci sarà un vertice sul programma tra i partiti di maggioranza. Ma Renzi non andrà. Per lui il braccio destro Graziano Delrio. Dopo la giornata di ieri, in cui si sono registrati i prevedibili no di Sel e Lega, si delinea un’apertura che fa discutere: quella di Gal. C’è chi parla di un possibile allargamento a destra della maggioranza. Di sicuro il gruppo Grandi autonomie e libertà è assai eterogeneo: al suo interno uomini che rispondono a Berlusconi, altri che hanno come riferimento Nicola Cosentino, altri dell’Mpa e perfino un ex leghista.
(repubblica.it)