
L’AQUILA. – “In quel periodo lavorare in maniera onesta all’Aquila non era possibile, perché gli appalti venivano affidati senza gara”.È quanto spiega l’amministratore della Steda Spa, Daniele Lago, il grande accusatore degli amministratori aquilani nell’inchiesta “Do ut des” su presunte tangenti nella ricostruzione post terremoto.In un’intervista rilasciata al Fatto quotidiano, Lago spiega che gli appalti venivano affidati “a simpatia”: “se mi sei simpatico lavori, altrimenti non lavori”, dice al giornalista.
Come si legge anche su Abruzzo Web, in merito ai suoi rapporti con Pierluigi Tancredi, ex assessore comunale finito agli arresti domiciliari, Lago dice: “Tancredi ha fatto un’attività commerciale, io l’ho pagata, se era giusto o meno pagarla lo diranno i giudici”.
“Il fatto è che se avessi dovuto mettere dipendenti miei fissi all’Aquila – spiega ancora – mi sarebbe costato di più, quindi ho fatto un contratto di consulenza e propaganda commerciale con la Dama (che fa capo a Tancredi, ndr). Se poi Tancredi l’attività commerciale non la poteva fare perché aveva già uno stipendio da dipendente pubblico, io potevo anche non saperlo”.Lago chiarisce che sapeva che Tancredi era “un dirigente dell’ospedale dell’Aquila. So che era molto conosciuto all’Aquila, non credo avesse rapporti solo con me”.”Non ho avuto nessun appalto, non ho pagato nessun appalto – ribadisce – ho pagato un’attività commerciale in buona fede pensando che alcuni soggetti potessero contribuire ad acquisire appalti ma così non è stato”.