L’AQUILA: – Piu’ volte si e’ denunciata la necessità di un cambiamento nella nostra citta’, ora è diventata obbligatoria. Si avverte più che mai la necessita’ di dare segnali di discontinuità con il passato attraverso comportamenti all’insegna della trasparenza e non dell’opportunità soprattutto politica.
Purtroppo le cronache di questi giorni ci hanno dato la consapevolezza di essere finiti i nelle secche dell’emergenza. Ci troviamo a subire l’ennesima mortificazione.
E’ facile dire oggi quello che si doveva fare ieri . Il solo volere il cambiamento auspicato da tanti non basta e abbiamo constatato che non porta lontano. Ci troviamo, nostro malgrado, con una classe dirigente sempre più asservita alla stessa politica che ci ha portati immancabilmente alla penosa situazione attuale. E’ lo stesso Sindaco che ce ne da conferma proprio in una sua intervista, laddove per ridisegnare nuovi assetti istituzionale, all’indomani del triste evento sismico, afferma senza remore, che sono stati utilizzati sterili contrapposizioni per salvaguardare, solo ed esclusivamente, una classe politica, incapace anche di riformare se stessa, attraverso la nomina di persone “non gradite dalla gente aquilana”. Purtroppo abbiamo dato anche di questi esempi e senza pudore alcuno si cerca anche penosamente di giustificarli.
Abbiamo dato in questi lunghi anni l’idea di una città sempre in attesa, di cosa e di chi non si sa e dato purtroppo la certezza del provvisoriamente provvisorio come l’unica fonte di salvezza quando invece si dovevano privilegiare comportamenti e segnali inequivoci che da più parti pervenivano .
Abbiamo in questi anni perso la consapevolezza del concreto e dell’immediato, del fare bene dovunque e dappertutto, spesso delegando ad altri competenze che dovevano essere assegnate solo e soltanto ai cittadini aquilani.
lAll’indomani del terremoto, diversamente da quanto detto dal Sindaco Cialente, si sono proposti dei nomi anche in Consiglio comunale …. erano quelli dell’avvocato Attilio Maria Cecchini , del giudice Carlo Tatozzi, degli ex sindaci e mcosì via dicendo. Questo, tuttavia, alla politica e ai suoi policanti non è piaciuto ed ora le conseguenze sono sotto gli occhi (purtroppo) di tutti .
Ma in questo clima non bisogna rassegnarsi. Bisogna concentrare gli sforzi e nessuno deve sentirsi escluso. Si e’ capito che l’ambiguità non premia più ed a ognuno deve darsi la possibilità la speranza che si può fare e si deve fare di più perchè questa è la nostra città, la mia città L’AQUILA . Ad maiora.
Il Consigliere comunale
Roberto Tinari (Pdl)