L’AQUILA: – “Il confronto è sempre utile e soprattutto necessario se il tema è una nuova tassa di scopo per finanziare cultura e sport, riservata alle imprese che ricostruiscono la Città” lo dice in una nota Giampaolo Arduini, coordinatore regionale dei Cattolici Democratici, che pubblichiamo integralmente qui di seguito.
“L’idea maturata dal Sindaco e dalla Giunta municipale mi vede favorevole, per il momento storico assai difficile che attraversano soprattutto le attività culturali aquilane verso le quali occorre, con consapevolezza, riconoscere anche il ruolo sociale e occupazionale che hanno mantenuto nel tempo. Dimenticare o far finta di non comprendere che la cultura è economia ed occupazione, significa non intendere realmente ciò che altrove viene significativamente considerato come viatico di crescita.
La candidatura dell’Aquila a capitale della cultura 2019 presuppone che la Città sia pronta per questo appuntamento, non dimenticando che c’è stata anche una candidatura per le Universiadi.
E’ evidente che tutto ciò presuppone che ci sia una sostanziosa partecipazione di tutte le imprese che intervengono per la ricostruzione. Sapere che oltre 400 imprese giungono da fuori territorio senza che ci sia alcun “pagamento di dazio” per la comunità locale spiace. Ancor più, se si pensa ai centinaia e centinaia di milioni spesi per la ricostruzione ed i miliardi che ci auguriamo giungano presto nel nostro territorio.
Di più l’iniziativa aquilana potrebbe essere presa di concerto con gli altri sindaci del cratere che vedrebbero rimpinguate le casse dei Comuni per tutte le attività sociali, fulcro di quella rinascita sociale oggi difficilmente sostenibile.
Ogni decisione pertanto, spetterà alle singole Amministrazioni locali che dovranno certamente discuterne sulla fattibilità, possibile in virtù della legge n. 296 del 2006 che consente appunto l’imposta di scopo.
In questo senso il confronto dovrà essere aperto, specie tra le associazioni di categoria che rappresentano l’imprenditoria edile e non solo, tenendo conto anche della necessità di evitare inutili quanto dannose gabelle lineari. Proporzionare l’eventuale tassazione, consentirebbe di rendere meno indiscriminata e giustificabile l’opzione.
Infatti, se la scelta cadrà su questa imposta, essa potrà avere oltre ad una durata contingentata ai tempi della ricostruzione, anche una modulazione in scala, rapportata all’importo della spesa prevista.
Inoltre, andrebbe valutato anche l’eventuale auspicabile sgravio fiscale possibile per le imprese e/o i soggetti interessati. Insomma, l’idea va sviluppata con attenzione affinché il territorio possa beneficiare in settori particolarmente colpiti dalla crisi finanziaria, quali la cultura e lo sport, in un momento in cui altri al contrario ottengono ingenti finanziamenti per la ricostruzione.
Non va pertanto gettata alle ortiche la proposta, ma come suggerito anche da altri discussa ed approfondita nelle sedi competenti, consapevoli che essa non dovrà assolutamente gravare sul cittadino, ma soltanto sul capitale generato dalla ricostruzione”.