L’AQUILA – “Alla luce degli ultimi fenomeni di violenza di cui si sono resi nuovamente responsabili appartenenti alle comunità straniere presenti in città, in particolare minori non accompagnati, si rende indispensabile una verifica approfondita sulle case famiglia accreditate e sui centri di permanenza dei migranti per verificare la compatibilità della loro presenza con la pacifica e civile convivenza reclamata dalla comunità locale.
Speriamo che già dal comitato di ordine e sicurezza pubblico convocato per domani dal prefetto emergano delle misure volte a limitare questa escalation che rischia di disperdere quanto di buono si sta facendo da quando il centrodestra amministra L’Aquila”.
Così il consigliere comunale dell’Aquila Leonardo Scimia che prosegue: “Il potenziamento della rete della videosorveglianza con un investimento ingente di 4 milioni di euro, le nuove norme sul Daspo urbano, il rafforzamento dell’organico della polizia municipale, le attività di prevenzione sulle devianza giovanili sono importanti ma c’è la necessità che anche la giustizia stringa le sue maglie su chi pensa di poter delinquere impunemente, tanto nel centro storico quanto in periferia.
Plaudiamo naturalmente al lavoro delle forze dell’ordine, spesso costrette a lavorare in carenza di organico, ma c’è la necessità di incrementare controlli e repressione dei reati per continuare a fare dell’Aquila una delle città più sicure d’Italia, così come riferiscono studi e statistiche autorevoli”.
“È per questo – termina – che ho chiesto al presidente della III commissione Affari sociali, nella persona di Fabio Frullo, di convocare i responsabili delle case famiglie accreditate per fare un punto della situazione e capire come sia possibile che vi sia un quantitativo così importante di giovani ospiti che si rendono responsabili di reati così odiosi nei confronti di cittadini che chiedono solo di poter frequentare senza problemi gli spazi pubblici riconsegnati alla comunità grazie a un’accurata opera di ricostruzione e di rivitalizzazione economica e sociale”.
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