L’AQUILA – “Sulla ricostruzione del Ponte Belvedere si è passati da una ipercomunicazione politica a un ipersilenzio imbarazzato”.
Così il consigliere comunale Paolo Romano, capogruppo di L’Aquila Nuova.
“Sono passati quasi sei mesi – ricorda – dalla relazione della Bureau Veritas, società di Milano affidataria della verifica sulla progettazione esecutiva: depositerò pertanto un’interrogazione urgente che faccia luce sulle molteplici incongruenze, vecchie e nuove, che ancora permangono.
La prima, quella che è stata il peccato originale, è per quale motivo si è scelto di autorizzare due progetti esecutivi separati, uno per la demolizione e uno per la ricostruzione, a fronte di un’unica gara che aveva un solo progetto definitivo e con due tempi di esecuzione lavori: ancora nessuno ha inteso dare risposta”.
“Relativamente ai costi della sola ricostruzione del ponte, invece – continua -, ci chiediamo per quale motivo il precedente quadro economico consegnato dalla Belvedere Scarl in data 01.07.2022 recava la cifra di euro 8 mln, aprendo di fatto la gara alla procedura europea e cosa, dopo la nostra conferenza stampa di denuncia, è stato rivisto e tagliato per arrivare alla cifra di euro 5.1 mln, cioè sotto soglia comunitaria. Sarebbe dovere dell’amministrazione sgombrare il campo dalle voci che vorrebbero reintrodurre le somme oggi tolte, in un secondo progetto in variante da redigersi da parte della stessa ATI affidataria dei lavori. Bisogna chiarire da subito se ci saranno ulteriori aggravi di spesa che ricordo essere di natura milionaria, in confronto al progetto esecutivo approvato.
In aggiunta ricordo che il Rup, nelle sue note, notificò agli affidatari i ritardi nella consegna della progettazione esecutiva e per questo erano già scattate le penali: bisogna quindi sapere se queste penali siano state applicate e se si è tenuto conto delle molteplici indicazioni del rup”.
“Inoltre credo sia opportuno chiarire per quale motivo a fronte della corrispondenza intercorsa tra il Rup e la Scarl, arrivi, un anno dopo, il progetto in variante sebbene non autorizzato. Troppe sono le domande rimaste senza risposta: chi ha inviato il progetto esecutivo in variante alla Bureau Veritas, perché non è stato inviato dall’ing. Mario Di Gregorio e perché è stato inviato senza la preventiva e necessaria autorizzazione del RUP. Infine si dovrebbero spiegare i due rilievi pervenuti dalla Bureau Veritas e quali conseguenze comportino: la società di Milano infatti, nel mettere le mani avanti, chiarisce nella sua relazione che il controllo è stato effettuato esclusivamente sulle parti e i contenuti oggetto di precedenti chiarimenti. In tal senso la Bureau Veritas chiarisce ancora che è da ritenersi esclusa dalla sua attività di verifica la conformità di eventuali modifiche non opportunamente segnalate e non strettamente afferenti alla risoluzione dei rilievi. Per tutti questi motivi e altri ancora – termina Romano – con la mia interrogazione intendo animare un dibattito in Consiglio comunale che faccia luce sulle tante ombre presenti e permetta la ricostruzione del ponte rispettando le leggi e le prerogative degli organi chiamati a vigilare”.
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