L’AQUILA – “Tempistiche certe sulla riapertura delle due piscine comunali. È ciò che ho chiesto all’amministrazione comunale attraverso un’interpellanza depositata questa mattina”.
Lo annuncia Stefano Palumbo, consigliere comunale del Partito Democratico dell’Aquila.
“Sono assolutamente consapevole – spiega – della necessità di cogliere l’opportunità offerta dai fondi del PNRR per fare sulla piscina Ondina Valla i necessari interventi di adeguamento, ma la concomitante indisponibilità della struttura ex Verdeaqua sta causando inevitabili disagi all’utenza, in particolare in ambito sportivo e riabilitativo.
Inutile sottolineare come atleti di livello nazionale, che onorano la città attraverso prestigiosi risultati raggiunti, rischiano in queste condizioni di compromettere un’intera stagione agonistica, e come loro tutti i compagni. E si badi bene, la causa del problema non è qualche settimana di ritardo sul cronoprogramma dei lavori di sistemazione del complesso sportivo di Santa Barbara, semmai il fatto che il Comune abbia dato il via agli stessi solo a luglio di quest’anno, ovvero dopo quasi 5 anni di chiusura di una struttura strategica per lo sport aquilano”.
“Peraltro – aggiunge – l’impianto di Santa Barbara non ha una capienza paragonabile a quella della Piscina Comunale disponendo di sei corsie contro le otto della seconda, né di una vasca di dimensioni minori con disponibilità di ulteriori cinque corsie presente invece nella Piscina di Viale Ovidio. Ciò comporterà difficoltà organizzative relative ad orari e disponibilità di corsie da dedicare alle varie attività, motivo per cui l’obiettivo non può essere solo la riapertura, speriamo imminente, della ex Verdeaqua ma ancor più importante sarà tornare ad avere la disponibilità nel più breve tempo possibile di entrambe. Di questo chiedo conto al Sindaco e all’assessore al ramo”.
“Quello delle piscine – termina Palumbo – è purtroppo solo l’emblema di una criticità che riguarda più in generale l’impiantistica sportiva in città che, a 14 anni dal terremoto, è ancora ben lontana dall’essere totalmente recuperata, con la conseguente precarietà in cui gli atleti di varie discipline sono costretti a fare i conti. La possiamo chiamare anche Capitale dello Sport ma, per ambire ad esserlo realmente, la strada da fare per L’Aquila è ancora lunga”.
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