L’AQUILA – di Nando Giammarini – Ricorre oggi la giornata mondiale del latte: l’oro bianco del pianeta. E’ a tutti noto che esso – da quello materno primo alimento di cui si nutrono i bambini appena venuti al mondo a quello prodotto dai tanti ovini, caprini e bovini – è un alimento importantissimo per l’alimentazione poiché ricco di acqua, carboidrati, sali minerali, vitamine, lipidi e gli anticorpi necessari ad evitare tante malattie.
Oserei dire un cibo completo e insostituibile che tanta parte ha nella vita delle persone a partire dal primo momento di nascita. Il latte ci accompagna per tutta l’esistenza e ci fa iniziare bene le giornate con un fumante cappuccino al mattino. Tutti i settori della nostra economia, quindi anche il latterio caseario hanno conusciuto momenti di crisi, anche in funzione della recente pandemia da Covid 19 che ha creato non pochi problemi all’economia mondiale nel suo complesso. Nel nostro paese, fortunatamente, abbiamo un valore della produzione di circa 5,5 miliardi nella fase agricola e 16,5 miliardi di quella commercializzata per la fase della trasformazione, esso rimane uno dei settori trainanti dell’agroalimentare. Il latte, soprattutto nella crescita, secondo evidenze scientifiche rappresenta una delle principali fonti di proteine nobili per la corretta dieta alimentare degli italiani e della popolazione mondiale. Lo ha reso noto ieri uno studio della confagricoltura.
Nonostante l’aumento dei costi di produzione alla base negli ultimi anni, l’offerta di latte bovino nazionale è aumentata sensibilmente e l’Italia, dal 2015 ad oggi, è passata dal 75% circa a poco meno del 100% di autoapprovvigionamento, raggiungendo una quasi sostanziale autosufficienza, con una produzione pari a quasi 13 milioni di tonnellate di consegne. Quella di latte ovicaprino, da alcuni anni si attesta stabilmente intorno alle 500mila tonnellate annue. Cifre di tutto rispetto raggiunte grazie al lavoro ed ai tanti sacrifici dei nostri allevatori che – animati da grande amore per gli animali nei vari, talvolta, impervi territori di competenze – vi si dedicano senza risparmio di energie. Costoro hanno “spinto” infatti le produzioni con maggiori investimenti, soprattutto in innovazione, qualità e benessere animale, raggiungendo standard mai conseguiti precedentemente. Il mercato ha premiato questi sforzi e ha chiesto più latte nazionale, anche nel periodo della pandemia. Tra questi, che amo definire i paladini agricoli Italiani, vanno inclusi a pieno titolo i pastori sardi che dopo varie manifestazioni volte a chiedere un aumento del prezzo del latte alla fonte hanno ricevuto solo promesse di pulcinella dal governo e dalle Istituzioni locali. In tale direzione, a mio modesto parere, si debbono muovere le varie organizzazioni di categoria anche per giungere verso traguardi concernenti l’innovazione del sistema zootecnico italiano che ha ha raggiunto ragguardevoli risultati per quel che concerne le emissioni del gas serra ridotti del 13% .
Desidero ricordare, in questa giornata così importante per l’economia e la genuina alimentazione, la grave emergenza che ha travolto l’Emilia Romagna nelle settimane scorse. Tutti abbiamo visto ed appreso dai mezzi d’informazione la drammatica situazione in cui versano allevamenti completamente isolati, che stanno terminando le scorte di fieno ed acqua. Ciò deve far riflettere su quanto sia importante, ora piu’ che mai, impegnare congrue risorse investendo su ricerca e nuove tecnologie per fronteggiare i mutamenti climatici e per tutelare questo prezioso alimento attraverso aiuti concreti agli allevatori italiani. Cioè stanziando risorse economiche sufficienti a sostenere quello che è l’anello debole della catena. Ben sapendo che l’80% della produzione di latte bovino in Italia è concentrata i quattro regioni quali la Lombardia 46%, Emilia-Romagna 16%, Veneto 9% e Piemonte 9% e la spesa annua delle famiglie per i prodotti lattiero-caseari è di circa 20 miliardi di euro bisogna fare meglio e di più, anche con il sostegno dei finanziamenti europei, per sostenere questo importante settore alimentare che impatta direttamente sul benessere e l’alimentazione della gente.
Questo dovrebbe significare la celebrazione della Giornata mondiale del Latte volta a salvaguardare e valorizzare il primo prodotto alimentare della specie umana ed animale nell’interesse delle persone, dell’ambiente, della salute. In occasione della ricorrenza istituita dalla Fao il primo giugno 2001 si ricorda l’importanza nutrizionale dell’alimento che ha fatto la storia dell’umanità e mette in bella evidenza, a livello mondiale, i benefici del latte e dei suoi derivati. Nel capoluogo della nostra regione c’era la Centrale del latte dell’Aquila un azienda fiorente poi chiusa per motivi che qui non sto ad elencare.
Mi preme ricordare che la suddetta è stata rilevata dal gruppo Grifo Agroalimentare di Perugia che ringrazio di cuore per aver salvaguardato un nostro prodotto di qualità e tutti i suoi derivati.
Lascia il tuo commento