ROMA – di Nando Giammarini – Un convegno sulla figura e sull’attualità di Celestino V e sul Giubileo si è tenuto ieri pomeriggio in una delle sale più belle del Campidoglio, quella della Protomoteca. Una location a noi cara per averci svolte tante manifestazione di alto profilo culturale. La presentazione del libro di Patrizia Tocci , docente di materie letterarie e cara amica, “i Gigli della Memoria” una narrazione collettiva concernente la testimonianza dello svolgersi della vita durante e dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
La pubblica manifestazione per la consegna ufficiale di un contributo di 20 mila euro – frutto delle donazioni di alcune scuole in cui aveva operato il dirigente scolastico Nello Giammarini, originario di Cabbia di Montereale, in collaborazione con un’associazione dell’allora VII Municipio del comune di Roma, presieduta da Francesco Figliomeni. Il contributo fu consegnato alla Dirigente scolastica del tempo, Maria Corridore, del Plesso Torretta S. Elia. A seguire il primo campionato di poesia estemporanea, ideato da Serafino Adriani e realizzato grazie alla collaborazione di Istituzioni e singoli cittadini appassionati di tale arte, con il ricordo di uno dei più grandi estempori cantori di tutti i tempi: suo padre Rinando Adriani di Mascioni di Campotosto. Ultime in ordine di tempo, prima del blocco imposto dalla terribile pandemia da Covid – 19 che ha disgregato varie Comunità, tre edizioni della giornata del “Dialetto e delle lingue locali” cui abbiamo partecipato, come stampa ed in quanto custodi della nostra lingua d’origine e delle relative tradizioni culturali. Al nostro fianco l’onnipresente Dario Nanni nella sua veste di “abruzzese marsicano”, originario di Magliano dei Marsi, come consigliere comunale e attuale presidente della commissione cultura e lavori pubblici. Premesso ciò inutile dire e scrivere che il convegno di ieri pomeriggio è stato memorabile sotto ogni punto di vista: dall’impeccabile organizzazione promossa da Dario Nanni, consigliere capitolino e presidente della Commissione Giubileo 2025 in collaborazione con l’Associazione abruzzese di Roma.
Un’occasione – come ha scritto in un comunicato il dott. Angelo De Nicola Direttore del Messaggero dell’Aquila, massimo esperto di studi celestiniani e autore di più libri in materia – per costruire un reale ponte di collaborazione tra l’ormai imminente Giubileo che animerà in particolare la Capitale e la Perdonanza celestiniana dell’Aquila. Ha aperto i lavori, portando il saluto dell’Amministrazione comunale e della commissione giubilare da lui presieduta, il consigliere di orini marsicane a noi sempre vicino che salutando i tanti ospiti convenuti ha avuto parole di stima e considerazione per il sodalizio abruzzese di Roma.
Erano presenti tra gli altri, Angelo De Nicola giornalista e massimo studioso di Celestino V e della Perdonanza celestiniana; Monsignor Antonini Nunzio apostolico; Roberto Santangelo , vice presidente del consiglio Regionale abruzzese; Roberto di Vincenzo ex presidente dell’Associazione Abruzzese di Roma che ha moderato l’incontro; Walter Capezzali della deputazione abruzzese di storia Patria; Barbara Frale storica e paleografa dell’archivio vaticano; Gaspare Mura filosofo e teologo. In rappresentanza del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi – assente per impegni istituzionali, l’assessore alla mobilità e le infrastrutture Paola Giuliani che ha portato il saluto del primo cittadino. Ha concluso, tra scroscianti applausi, il consigliere Nanni che oltre ai ringraziamenti di rito, ha auspicato la ripresa delle tante attività. All unisono si è detto che in realtà ” il gran rifiuto” altro non era se non un gesto di pace e di servizio alla Comunità contro le mille diatribe tra i vescovi e cardinali dell epoca. De Nicola ha paragonato Celestino a S. Francesco che si spogliò dei suoi averi per donarli ai poveri mentre Pietro da Morrone si svestì del potere come gesto di servizio e di fratellanza. Quindi un messaggio di pace, d’amore e distensione.
Celestino, questo pochi lo sanno, è quel famoso “Povero Cristiano” di cui parla lo scrittore dei Cafoni, Ignazio Silone, nel suo libro.
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