L’AQUILA – Ieri pomeriggio a L’Aquila nella sala di Palazzo Pica Alfieri il Senatore Gaetano Quagliariello, nella scorsa legislatura eletto nel collegio L’Aquila-Teramo, ha presentato un bilancio di quello che è stato fatto in questi ultimi cinque anni. L’occasione è stata anche quella della presentazione dei candidati della lista “Noi Moderati”, una lista unica formata dai centristi del centrodestra che scenderanno in campo alle prossime elezioni del 25 Settembre.
Il bilancio del senatore Quagliariello, che ha fatto dell’Abruzzo la sua regione di adozione, ha cercato di tener presente le esigenze di una città, L’Aquila, praticamente distrutta dal sisma del 2009 e che piano piano sta rinascendo. Alcune sono state le iniziative importanti come, per esempio, l’emendamento che ha fatto si che la Gran Sasso Science Institute continuasse a vivere, l’impegno per localizzare a L’Aquila la Scuola dei Vigili del Fuoco, un’idea di città che deve sfruttare al massimo la sua vicinanza con Roma e che può diventare una città della formazione.
Quello a cui il Senatore Quagliariello tiene di più è “il costante contatto con il territorio e spera che chiunque venga eletto abbia lo stesso metodo di riferire costantemente al territorio cosa succede nelle istituzioni. In questo momento la politica, secondo Quagliariello è in difficoltà ed una delle difficoltà più evidenti è che la gente non sa cosa fanno i politici, anche perché spesso non fanno niente, quindi credo sia un dovere rendicontare la propria attività.”
Riguardo alla decisione di non candidarsi nella prossima tornata elettorale, Quagliariello afferma “Il mio partito non aveva diritto ad avere un collegio uninominale in Abruzzo e a me aspettava un collegio di quelli blindati in un’altra regione del sud. Senza alcun tipo di recriminazione, con molta serenità, penso che la mancanza di rappresentanza dei territori è uno dei guai della politica e che si possa far politica anche al di fuori delle istituzioni, quindi piuttosto che essere un paracadutato ho preferito fare una scelta rischiosa, cioè quella di stare fuori dal Parlamento e provare a continuare a fare politica in questo modo per il territorio che conosco. Questo anche per un altro motivo, io faccio parte di una forza minoritaria, siamo i moderati del centro, i moderati del centrodestra, non ci sono molti moderati nel centro-destra, c’è una destra ma di moderati ce ne sono pochi. Sono tra quelli che ha votato Draghi fino alla fine e pur non essendo disponibile per andare a votare per la sinistra né per un centro che in realtà come la torre di Pisa pende a sinistra. Questa minoranza deve anche essere una minoranza creativa, deve dare segnali di diversità, non un moderato mollaccione ma un moderato di ferro. Poi per il caso di Giorgia Meloni candidata in Abruzzo invece capisco perfettamente che un leader a livello nazionale possa scegliere di essere votato in qualsiasi collegio.”
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