L’AQUILA – di Marianna Gianforte – Un percorso lungo e intenso, che lo ha portato “dentro questo miracolo di speranza che è la Perdonanza Celestiniana”; un ciclo che si completa con le sue dimissioni dal comitato Perdonanza, per lasciare spazio, però, ad altre prospettive. Così il giornalista Massimo Alesii, comunicatore, esperto di relazioni pubbliche, titolare di uno studio di comunicazione e relazioni pubbliche nato quasi 35 anni fa, e da qualche tempo componente dell’osservatorio nazionale per il patrimonio immateriale dell’Unesco del Mibact (nel quale lo ha nominato il Mibact) definisce la conclusione del suo impegno all’interno del comitato. Vi era entrato a far parte cinque anni fa, all’indomani della costituzione della prima Giunta Biondi. Fu proprio il sindaco a invitarlo a mettere a disposizione la sua preparazione e la sua autorevolezza – che si estendono anche oltre il confine regionale, sbarcando ai piani alti di tante istituzioni – per rimettere in piedi il percorso di valorizzazione della Perdonanza celestiniana e tentare di ottenere davvero il suo ingresso nella lista dei beni immateriali dell’Unesco, iter che si era impantanato all’epoca della Giunta Cialente e poi arrivato a conclusione nel dicembre del 2019. Un dossier, quello della Perdonanza patrimonio immateriale dell’umanità, che porta la firma di Massimo Alesii, che ancora oggi vividamente ricorda la discussione nel comitato per il patrimonio culturale immateriale dell’Unesco a Bogotà, in Colombia, seguito in diretta da casa sua.
Un impegno, all’interno del comitato, che Alesii ha rimesso nelle mani del sindaco cinque giorni fa con una lettera concisa di dimissioni. Posto rimpiazzato quasi subito da un altro giornalista aquilano, dipendente della Rai regionale, Alberto Orsini, che ha da poco pubblicato un ‘librogame’ dedicato proprio alla figura di Celestino V e alla Perdonanza celestiniana e cofirmato con il giornalista Angelo De Nicola. Nella lettera di dimissioni dal comitato organizzatore e da membro del comitato scientifico per le materie connesse al riconoscimento Unesco, Alesii chiarisce i motivi, legati a impegni di lavoro e famigliari “sopravvenuti”, che non gli consentono “di eseguire con tutta la dovuta attenzione e serenità il mandato ricevuto a suo tempo. Confido – scrive poi Alesii – che il contributo di idee e programmazione dato anche informalmente dalla mia persona al Comune dell’Aquila in questi ultimi anni e nei primi mesi della presente nomina (particolarmente per quanto attiene la rielaborazione e presentazione in sede ministeriale del dossier di iscrizione della festa della Perdonanza celestiniana nella Lista Unesco rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità) possa essere ricordato quale espressione di un sincero e gratuito servizio alla comunità che mi ha dato i natali e dalla quale sono stato onorato di tale prestigioso incarico”.
Un pensiero anche alle associazioni che da sempre costituiscono l’anima della Perdonanza celestiniana e di tutto ciò che le muove intorno: “Sono certo che le associazioni e i gruppi portatori dell’elemento riconosciuto Unesco già opportunamente avviate per la programmazione corrente, sapranno come sempre onorarla al meglio, organizzando adeguatamente il Cammino del fuoco del Morrone e il tradizionale corteo storico della Bolla confermando in tal modo la permanenza di una tradizione contemporanea che ormai ha maturato ben 43 anni”.
Da ricordare che nel 2018 si dimisero, a poca distanza dalla nascita del comitato, con una lettera inviata al sindaco Pierluigi Biondi, due componenti del comitato scientifico, lo storico Walter Cavalieri e il musicologo Francesco Zimei, che avevano realizzato le linee guida della Perdonanza.
Un ciclo, si diceva, che parte da lontano, dal rapporto di Alesii con Celestino V, con la Perdonanza e con la basilica di Santa Maria di Collemaggio, dei quali ha incominciato a conoscere leggendo dai libri del padre, Mario, “che sono ancora oggi per me fonte di studio e di approfondimento”. E poi il rapporto con monsignor Orlando Antonini, le relazioni con tanti studiosi di livello internazionale, il prestigio di aver visto da vicino la rinascita della basilica di Santa Maria di Collemaggio, magnificamente ricostruita dopo il terremoto con il contributo dell’Eni, il lavoro gratuito per riattivare il percorso non poco accidentato della candidatura della Perdonanza a patrimonio immateriale dell’umanità. Candidatura superata nel 2019 grazie a un dossier che porta la firma di Massimo Alesii, e che “non è un riconoscimento alla città, bensì alla sua comunità, che se ne deve prendere cura”, è stato rimarcato più volte dagli esperti del ministero e dell’Unesco. E che arrivò, insieme alle due candidature transnazionali della Transumanza e dell’Alpinismo (unica italiana fu la Perdonanza dell’Aquila).
Ora per Alesii resta una sottesa speranza, anzi due: che da un lato i giovani e le giovani si lascino coinvolgere di più, imparino a conoscere la Perdonanza, a studiarla, a dare il loro contributo, a diffonderne il messaggio; dall’altro, l’invito affinchè la Perdonanza diventi un’istituzione permanente della città:
“L’Unesco ci ha dato la chiave attraverso la quale costruire una forma associativa che tenga insieme la comunità, i portatori d’interesse e le istituzioni. E’ necessario, il mio è un invito pubblico, perché bisogna uscire dalla precarietà di una organizzazione che ogni anno dev’essere ricostruita da capo“.
La Perdonanza sarà segnata dalla visita storica per L’Aquila di Papa Francesco, che domenica 28 celebrerà l’Angelus in mondovisione da Collemaggio:
“E’ un lavoro silenzioso, enorme, quotidiano, da parte della curia aquilana e dell’arcivescovo metropolita dell’Aquila Giuseppe Petrocchi: il vero scopo della visita del Santo Padre sarà di incontrare più gente possibile; non a caso la sua visita alla città incomincia dalle macerie del Duomo, dove incontrerà i famigliari delle vittime del terremoto. Il percorso di speranza porterà, poi, il Santo Padre al luogo della bellezza per eccellenza dell’Aquila, che è la basilica di Santa Maria di Collemaggio. E qui si replicherà un fatto straordinario: in pochi sanno che quello fu il percorso del corteo che dalla reggia angioina portò Celestino V a Collemaggio, si replica 728 anni dopo”.
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