TORNIMPARTE – “Rimaniamo stupefatti da alcune dichiarazioni del presidente Legambiente Abruzzo Dott. Giuseppe Di Marco relativamente agli impianti di gestione rifiuti che il comune di Tornimparte intende realizzare presso la zona delle Felciare e verso i quali il nostro comitato, a nome dei numerosi cittadini di Scoppito, Tornimparte e L’Aquila che rappresenta, ha presentato un ricorso al TAR per bloccarne immediatamente la realizzazione”.
Così in una nota il comitato “Salviamo le Felciare”.
“Entrando sullo specifico dei fatti – si spiega -, in Consiglio Regionale lo scorso 1 giugno si è discussa la riprogrammazione sulle volumetrie delle discariche abruzzesi, con un aumento delle stesse per circa 800.000 m. cubi. Abbiamo letto bellissime parole della delegata WWF Abruzzo Filomena Ricci la quale affermava, senza mezzi termini, l’inutilità nel ‘continuare ad ammucchiare rifiuti in depositi dannosi per l’ambiente e sempre più grandi, così come non serve bruciarli. Occorre una seria politica che punti in primo luogo alla riduzione degli scarti anche attraverso il riuso e il riciclaggio’.
Rimaniamo però basiti ed esterrefatti quando, parlando di impianti di gestione rifiuti, non si contestualizza il discorso considerando la zona dove gli stessi si dovrebbero insediare. A nome del Comitato invitiamo da subito il Presidente di Legambiente Abruzzo Dott. Di Marco a visitare i luoghi e la zona dove vorrebbero realizzarsi gli impianti a pochi metri cioè da uno dei pochi boschi di pianura della provincia dell’Aquila dove sono presenti specie rare di piante ed animali, con delle strade che attualmente vengono utilizzate da centinaia di persone per fare sport e passeggiate all’aria aperta dove il solo passaggio di un mezzo pesante disturba uomo e natura”.
“Inoltre – aggiungono dal comitato -, ci teniamo ad informare il Presidente Di Marco, che l’area è altimetricamente tra le più basse di tutto il comprensorio e nella stessa confluiscono diversi torrenti e fossati che di inverno esondano allagando anche le strade a servizio creando un particolare microclima umido unico non certo adatto al trasporto o alla gestione di rifiuti. Impossibile pensare ad una vocazione industriale su una zona di questo tipo.
Non condividiamo assolutamente inoltre il concetto che vede la riduzione delle tariffe, proporzionale al numero degli impianti di gestione presenti sul territorio. Come sappiamo la TARI è una tassa che le singole comunità pagano in proporzione all’intero costo del servizio di gestione rifiuti, gestire impianti così grandi avrebbe un costo molto elevato e dunque riduzione in bolletta pressochè nulle per i cittadini”.
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