PESCARA – Quando nel giugno del 2020 dal sottosuolo dell’ex Rampigna riemersero i resti di una donna vissuta verosimilmente in quella che fu l’antica città romana di Ostia Aterni, in pochi avrebbero creduto che dopo solo un anno si potesse definire un percorso per realizzare in quel sito un parco archeologico. Con lo studio di fattibilità che la Soprintendente Rosaria Mencarelli e il sindaco Carlo Masci hanno presentato ieri in conferenza stampa, si creano invece le indispensabili premesse progettuali per puntare a realizzare un polo turistico-culturale nel quadrilatero compreso tra il fiume Pescara all’altezza del Circolo Canottieri (su quest’ultimo oltretutto la Soprintendenza interverrà con un piano di recupero), l’area lungo il rilevato ferroviario a ovest (sotto il quale sono emersi i resti dell’antico bastione San Vitale della Fortezza cinquecentesca, dove già RFI sta operando), il sito occupato dalla Questura a est (in particolare la chiesa di Santa Maria del Carmine) e la rotonda di piazza Martiri Dalmati e Giuliani.
“Una cosa è emersa oggi in modo netto – ha detto il primo cittadino di Pescara Carlo Masci – i funzionari e i tecnici della Soprintendenza hanno sancito che il progetto si può realizzare perché ci sono le condizioni di interesse urbanistico, economico, storico e culturale. Certo occorrono risorse molto importanti, che non possono essere sostenute dal Comune di Pescara; però credo anche che i fondi del Pnrr possano essere molto utili. Io porrò domande molto chiare alla Soprintendenza e soprattutto ai Beni Culturali, per capire se queste scoperte sono realmente interessanti a livello nazionale e internazionale, in modo tale che gli organi competenti possano investire su questa città. Se questo avverrà andrò certamente avanti su questa possibilità, perché rappresenterebbe un incredibile salto di qualità per la città dove, oltretutto, vi è un grande fermento culturale, come dimostrano anche i due musei, dell’Ottocento e l’Imago Museum inaugurati di recente. Penso che Pescara voglia dimostrare non solo di essere una città moderna e veloce ma anche di stare con i piedi ben piantati nella sua storia”.
Due sono, sotto il profilo del piano finanziario, le opzioni di investimento necessario: la prima da 7,6 milioni di euro (senza la previsione del Museo storico della città), la seconda da 12,9 milioni di euro.
<Ricorderete – ha concluso il sindaco – come avessimo, prima che iniziasse tutto questo, una disponibilità di circa 800mila euro per riqualificare il campo di calcio più antico di Pescara. Ma, dopo i ritrovamenti, per quanto mi riguarda, bisognava investire su questa proposta. E infatti siamo andati avanti e ho deciso di girare quelle risorse su altri impianti sportivi. Ora la sfida è iniziata e va verso un perimetro nazionale. Alla Direzione dei Beni Culturali e al Ministro, insieme alla Soprintendente, chiederemo le risposte necessarie riguardo alle risorse del Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) destinate alla cultura e, soprattutto, in che tempi potremmo averne la disponibilità>.
La scommessa del Parco archeologico diventa dunque un obiettivo da realizzare per cambiare “la storia” di Pescara come è accaduto, in casi similari, in realtà importanti come Marsiglia e Barcellona.
Il prossimo passaggio resta però quello di procedere alla ripresa delle attività di scavo, necessarie a comprendere quali altri elementi di interesse archeologico sono presenti nell’area. E’ un capitolo di valore epocale per Pescara, iniziato con il rinvenimento di resti umani e quindi di vasi antichi e oggetti domestici (di 2400 anni fa) nel corso dell’ultimo periodo.
“Questo progetto di fattibilità – ha detto la Soprintendente Rosaria Mencarelli – è il frutto di una lavoro di squadra, qui sono presenti infatti l’archeologa Cesana e l’architetto Orsatti. Le intuizioni che derivano dai saggi eseguiti in pochi giorni ci fanno ritenere che sotto la superficie dell’ex Rampigna possano esserci le testimonianze continue e stratificate di una storia millenaria. Il giacimento archeologico sembra essere quello riconducibile alle origini romane e di epoche successive della città di Pescara. A noi interessava riflettere sulla possibilità di creare un cantiere di archeologia urbana che ha pochi precedenti in Italia, forse quello del Maschio Angioino di Napoli. La logica di questo cantiere per noi è che lo stesso deve servire a ricostituire e riallacciare i nodi della storia delle città, che ha varie testimonianze anche sull’altra sponda del fiume, dove vi è il mosaico. L’obiettivo è quindi un parco archeologico a cielo aperto, ma questo deve essere funzionale a riaprire alla città uno spazio urbano complessivo che comprende, come è stato detto, la Pescarina, il bastione San Vitale, la chiesa di Santa Maria del Carmine e il muro storico dell’ex Rampigna. Ma ripeto che il primo passo è andare avanti con gli scavi, per capire di cosa abbiamo la disponibilità e su quali reperti possiamo basarci per creare il Museo interattivo della storia della città. Le ipotesi possono essere molte, ma le risposte arriveranno, perché c’è un filo ideale che lega tutti i brani di questa zona”.
I dettagli tecnici e il percorso di quanto fatto e resta da fare sono stati poi illustrati ai giornalisti presenti dalla funzionaria della Soprintendenza, l’archeologa Deneb Cesana.
“Il cambiamento di Pescara – ha invece sottolineato l’assessore alla Cultura, Mariarita Paoni Saccone – parte anche dal passato. Pescara si è infatti sviluppata nei secoli intorno all’area dell’ex Rampigna e oggi questa prospettiva è un obiettivo da non smarrire a beneficio delle future generazioni. Un polo archeologico e museale sarebbe un’eredità straordinaria, che certamente può rendere il nostro territorio più attrattivo. Questo sito può essere insomma un riferimento culturale e identitario molto forte, un luogo da vivere e in cui accogliere i visitatori. Partendo dal fiume pensiamo a un percorso lungo la storia urbana dall’antichità, che a partire dall’età romana risalirebbe lungo tutte le fasi e le trasformazioni di Pescara”.
Sono comunque tre i passaggi distintivi identificati nel progetto di fattibilità che approderà sui tavoli del Ministero, illustrati dall’architetto Carlo Gaspari:
- A) CREARE UN PARCO ARCHEOLOGICO A CIELO APERTO
scavo e trasporto dei ruderi e reperti ad una quota superiore di calpestio;
2. trasporto degli elementi fragili (ossa, cocci,) presso il Museo;
3. restauro del muro del ‘500 - B) REALIZZARE UN PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CONTORNO
collegando il Parco agli interventi al di la della ferrovia mediante l’apertura di un varco;
2. con l’apertura di un corridoio verso la Chiesa del Carmine;
3. riqualificando la superficie pavimentata su Via Spalti del Re e realizzazione della piazza sopraelevata - C) REALIZZARE UN MUSEO INTERATTIVO DELL’EVOLUZIONE STORICA DELLA CITTA
utilizzando il muro del 500 come parte integrante del Museo e collegamento con gli scavi archeologici al di là della ferrovia;
2. inserendo delle scatole tematiche (l’età antica, il medioevo, l’ottocento, il 900) che raccontino la storia della città di Pescara.
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