L’AQUILA – La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto della Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila contro la sentenza della Corte di Appello che aveva a sua volta confermato quella del Tribunale del capoluogo abruzzese: quest’ultima sentenza aveva accertato il diritto degli infermieri alla retribuzione dei tempi di vestizione, svestizione e scambio di consegne.
L’azienda sanitaria aquilana è stata inoltre condannata al pagamento delle spese processuali e anche del giudizio di legittimità in favore di Milhem Chaled e Monica Rampini, gli infermieri che avevano fatto causa alla Asl 1, difesi dall’avvocato aquilano Fabrizio Foglietti.
La Asl aveva impugnato la sentenza del Tribunale dell’Aquila e fatto ricorso in appello adducendo, tra l’altro, la motivazione secondo cui “sarebbe pacifico il fatto che vi fosse timbratura del cartellino in ambiti civili e che quindi anche i tempi di cambio turno sarebbero stati remunerati”.
La Cassazione, però, con sentenza numero 32562 dello scorso 8 novembre, ha dichiarato inammissibile il tutto.
“Per noi è una vittoria storica – commenta il segretario territoriale aquilano del Nursind, Milhem Chaled –. Abbiamo sempre avuto ragione e adesso lo dice anche la Cassazione. E ora devono essere pagati ben sette anni di arretrati, visto che la stessa retribuzione era prevista da prima del 2018”.
“Si chiude una battaglia che dura da dieci anni – spiega Foglietti –. Il diritto alla retribuzione nel caso di vestizione, svestizione e scambio di consegne tra infermieri è finalmente passato in giudicato dopo che la Asl aquilana, a differenza di quelle pescarese e teramana, lo ha negato per anni, letteralmente barricandosi, e nonostante dal 2018 sia sancito nel contratto di lavoro”.
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