L’AQUILA – Abruzzo regione in ritardo. Piano Draghi opportunità da cogliere.
La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia abruzzese più della media italiana. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto del 10%, a fronte di un calo medio italiano del 9% e dell’Unione Europea del 6,2%. Ora c’è una occasione che non si ripeterà per recuperare almeno parzialmente il ritardo strutturale dell’Abruzzo e in particolare delle aree interne: il piano Draghi presentato recentemente all’Europa, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Per l’Abruzzo il Piano Draghi rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme purché il Governo regionale, gli Enti locali e tutti i mondi produttivi e del lavoro sappiano approfittarne. Ne parleremo nella prossima puntata.
Il lockdown generalizzato ha bloccato l’economia, generato dosoccupazione e povertà. La crisi si è abbattuta su un territorio già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.
Ad essere particolarmente colpiti sono stati i lavoratori autonomi, i precari, le donne e giovani. Questi problemi sono ancora più accentuati nelle aree interne abruzzesi, dove il processo di convergenza con le aree più ricche della Regione è ormai fermo da anni.
Dietro la difficoltà dell’economia abruzzese di tenere il passo con gli altri paesi avanzati europei e di correggere i suoi squilibri sociali ed ambientali, c’è l’andamento della produttività, molto più lento in Abruzzo che nel resto d’Italia.
Tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità della nostra classe politica: a) di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale; b) di valorizzare nostri caratteristici punti di forza come l’agroalimentare; c)alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che sono state spesso lente nell’adottare nuove tecnologie e muoversi verso produzioni a più alto valore aggiunto. La scarsa familiarità con le tecnologie digitali caratterizza anche il settore pubblico.
Prima dello scoppio della pandemia, il 99% dei dipendenti dell’amministrazione pubblica in Abruzzo non aveva mai utilizzato il lavoro agile. Anche durante la pandemia, a fronte di un potenziale di tale modalità di lavoro nei servizi pubblici pari a circa il 53 per cento, l’utilizzo effettivo è stato del 30 per cento, con livelli più bassi, di circa 10 punti percentuali, nel Mezzogiorno.
Questi ritardi sono in parte legati al calo degli investimenti pubblici e privati, che ha rallentato i necessari processi di modernizzazione della pubblica amministrazione, delle infrastrutture e delle filiere produttive. In particolare, mentre la quota di investimenti privati è leggermente aumentata nell’ultimo ventennio, quella degli investimenti pubblici è diminuita drasticamente.
La nostra è una regione bloccata.
Questi problemi rischiano di condannare l’Abruzzo a un futuro di bassa crescita da cui sarà sempre più difficile uscire. La storia economica recente dimostra, tuttavia, che l’Abruzzo non è necessariamente destinato al declino. Nel secondo dopoguerra, durante il miracolo economico, la nostra regione ha registrato tassi di crescita del Pil e della produttività tra i più alti d’Italia. Tra il 1950 e il 1973, siamo cresciuti al punto da quasi recuperare il divario con le regioni ricche del Paese. Poi la stasi e negli ultimi anni il declino.
Tassi di crescita così eccezionali sono legati ad aspetti peculiari di quel periodo, in primo luogo la ricostruzione post-bellica e l’industrializzazione di un territorio ancora in larga parte agricolo.
Ora c’è una occasione che non si ripeterà per recuperare almeno parzialmente il ritardo strutturale dell’Abruzzo e in particolare delle aree interne: il piano Draghi presentato recentemente all’Europa, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Per l’Abruzzo il Piano Draghi rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme purché il Governo regionale, gli Enti locali e tutti i mondi produttivi e del lavoro sappiano approfittarne. Ne parleremo nella prossima puntata.
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