ROMA – Il ministro della Cultura Dario Franceschini si è impegnato a portare in Cts e quindi al Consiglio dei ministri la proposta per riaprire al più presto cinema, teatri e sale concerti. Ieri, come ha anticipato lo stesso ministro, le organizzazioni di categoria gli hanno consegnato proposte di misure di sicurezza integrative per le riaperture.
“Mi confronterò collegialmente col governo, perché non sono certo io a decidere da solo, e col Cts per individuare tempi e modalità” – ha assicurato Franceschini. Il protocollo operativo per la riapertura degli spazi dello spettacolo dal vivo e degli eventi è stato realizzato da 45 associazioni di categoria e diffuso congiuntamente da AudioCoop, Aia, Esibirsi e Rete dei Festival che hanno aderito al protocollo e ha l’obiettivo di consentire la riapertura programmata degli spazi dello spettacolo dal vivo e degli eventi entro la primavera 2021, consentendo così la adeguata e necessaria organizzazione e promozione degli eventi.
“Non è obbligo riaprire e in ogni caso l’adozione del protocollo non significa interruzione dei bandi e dei ristori per il settore – spiegano le organizzazioni firmatarie – saranno necessari ristori adeguati per coloro che ancora non riapriranno o non ricominceranno a lavorare a pieno regime Gli aderenti al protocollo chiedono che ci siano ulteriori e diversi sostegni quando dichiaratamente necessari alla riapertura degli spazi. Contributi a fondo perduto per coprire costi aggiuntivi relativi all’organizzazione, al personale e all’innovazione tecnologica, ma anche prezzi calmierati dei tamponi rapidi, dispositivi di protezione personale, prodotti per l’igienizzazione eccetera”.
“I promotori si rendono sin d’ora disponibili a qualsiasi confronto si reputi necessario per la vostra considerazione e per la adozione dello stesso”, aggiungono i firmatari. Il documento, articolato in sei punti – capienza (numero di spettatori che possono accedere), biglietteria, flussi di pubblico e personale, gestione spazi (sala, palco, retropalco e camerini), produzione (formazione e informazione degli operatori e del personale artistico e individuazione del referente Covid, allestimento e smontaggio) – parte dalla premessa che il settore della cultura e delle arti performative e’ una componente fondamentale del Paese, alimentata da centinaia di migliaia di imprese e lavoratori, che sviluppa un’economia di miliardi di euro e dunque, al pari degli altri settori, essenziale allo sviluppo sociale ed economico europeo.
“Il presente protocollo, frutto del lavoro condiviso di professionisti del settore, medici, imprese e maestranze, è stato redatto con la consapevolezza del divenire costante della situazione sanitaria, sociale ed economica globale – scrivono le associazioni – e dovrà essere di sostegno alla intera “filiera dello stare insieme. Vuole essere uno strumento utile a consentire la possibilità di riaprire al pubblico nella primavera 2021 tutti gli spazi dell’arte, dello spettacolo dal vivo e degli eventi, sia al chiuso che all’aperto, nel rispetto di tutte le normative vigenti, anche dovute all’emergenza”.
“Questo documento e’ dunque uno strumento imprescindibile per accompagnare verso ‘l’uscita di scena’ la mancanza della condivisione e della partecipazione reale e non solo virtuale – si legge nel documento – crediamo fortemente che il mondo delle rappresentazioni dal vivo alimenti l’indispensabile e necessaria cura delle anime e delle ferite di tutti noi. Questo protocollo è stato sviluppato con meticolosità, esperienza e dovizia di particolari nella consapevolezza del divenire costante della situazione sanitaria, sociale ed economica mondiale. E’ stato redatto studiando e analizzando casistiche che spaziano a trecentosessanta gradi nel settore arte, eventi e spettacolo, considerandone la naturale poliedricità e le sue innumerevoli variabili ed esigenze specifiche. La nuova economia generata da restrizioni e obblighi e la necessità di applicare seriamente tale protocollo, a tutela e salvaguardia del pubblico, degli operatori e del personale artistico, richiedono obbligatoriamente importanti investimenti”.
“Ne deriva che le realtà impossibilitate a operare, a causa delle riduzioni delle capienze e delle onerose prescrizioni, dovranno essere sostenute attraverso bandi e ristori, sia nazionali che locali, a fondo perduto – scrivono le associazioni – questo protocollo vuole anche essere uno strumento per generare una nuova modalità condivisa di produzione e di eventuale moltiplicazione delle repliche nella stessa città, anche attraverso ‘”temporary locations’ (spazi all’aperto o al chiuso non necessariamente utilizzati abitualmente per spettacoli dal vivo, ndr) valorizzando le risorse territoriali nella ripartenza sostenibile dell’intera filiera dell’arte, dello spettacolo dal vivo e degli eventi”.
Lascia il tuo commento