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La festa della Madonna D’Appari nella storia paganichese

Pubblicato da Redazione
lunedì, 13 Aprile 2020 - 16:49
in Varie

PAGANICA – di Raffaele Alloggia – Secondo la leggenda l’edicola votiva fu ricavata nella roccia dai paganichesi, in età medievale (XIII sec), che rappresenta la Madonna D’Appari, dopo che apparse, (e da qui D’ Appari), alla pastorella Maddalena Chiaravalle (tipico cognome locale) mentre pascolava le pecore tra le rocce a circa un chilometro da Paganica lungo il torrente Raiale che scende tra le valli del vicino Gran Sasso, l’edicola è ancora oggi ben visibile nella parte più antica del Santuario.

Poi, tra il IV e il V secolo fu edificato un piccolo tempio, proprio la dove quel ramo del lago pleistocenico della conca aquilana, le cui rocce tennero più alte le sue acque, la cui struttura successivamente nel VI secolo, fu ampliata con la realizzazione delle aperture e l’estensione del corpo centrale verso il torrente Raiale, così come la vediamo oggi.

Nel 1862, Paganica aveva già la Fiera di Pasqua, oltre a quella di Ognissanti, ma non era sufficiente per gli scambi commerciali principalmente di animali, in quanto richiamava gente anche da fuori provincia, per cui fu estesa, su richiesta del Decurionato di Paganica, anche nel giorno della festa della Madonna D’Appari.

La processione della Madonna D’Appari, anche se non come la conosciamo noi, viene citata dall’Antinori, già nel 400,  questo rito sacro, alle origini si svolgeva intorno alla piccolo eremo in mezzo alle rocce. Poi nel 1872, fu realizzata la statua della Madonna d’Appari, così com’è raffigurata nel dipinto nella nicchia a lunetta all’interno, simile alla ben più nota scultura della “Pietà di Michelangelo” che si differenzia dalla posizione opposta di Cristo Morto in braccio alla Madonna.

Nel 1879, con la realizzazione della strada e relativo traforo nella roccia adiacente il Santuario, che porta al Gran Sasso, la popolazione, facendo seguito a questi rilevanti eventi, dette grande importanza alla Madonna D’Appari e a questo antico rito sacro della processione, tanto da prendere il posto da co-protettrice del paese con San Giustino, alla maggiore festività del paese che apparteneva a S. Maria Assunta a cui è dedicata la chiesa Parrocchiale, edificata nel 1655. Essa fu eretta  la dove c’era la chiesa di Santa Maria in Paganica (XII sec) dopo essere stata abbattuta, stessa denominazione data alla chiesa “Capo Quarto” edificata dai paganichesi “intra moenia”, dopo la fondazione della città di L’Aquila del 1254.

Tradizionalmente in questo giorno che corrisponde al martedì di Pasqua, in processione al Santuario vengono portate tutte le statue dei Santi delle sette chiese della Parrocchia, anche se dopo il terremoto del 2009 alcune di esse sono conservate in Curia poiché le nostre chiese sono tutte danneggiate e quindi non ne possono garantire la sicurezza.

Da sempre a questa tradizionale festa c’è stata una grande partecipazione di pellegrini da tutto il circondario e sia nel dopoguerra del 1915-18, che in quello della seconda guerra mondiale, ci furono delle grandi emigrazioni di cittadini e famiglie intere nei nostri territori, verso gli Stati di tutto il mondo, ma in ogni  valigia di cartone, veniva portata con se l’immagine della Madonna d’Appari!

Il martedì di Pasqua del 2009, ad appena una settimana dal terremoto, la costante e secolare venerazione della Madonna D’appari e San Giustino Protettore, non si fermò, il Gruppo della Protezione Civile degli Alpini di Paganica, realizzò due barelle rudimentali su cui fissarono le due statue che fecero il giro delle  quattro tendopoli, tante quanti i Rioni, accompagnati dalla Banda di Paganica anche se in formazione ridotta, e nonostante tutto, da centinaia di persone tra le lacrime di commozione dei concittadini sfollati dalle loro case!

Domani 14 aprile 2020, sarà un giorno che rimarrà nella storia per noi paganichesi, in quanto si interromperà questa tradizione, così come tante altre, molto cara sia ai credenti che ai non di questo territorio. Questo sacro rito non si era interrotto, ne per guerre, ne per terremoti, ne per pestilenze, ne per diluvi e ne per nevicate. Pensavamo che più del terribile terremoto del 2009, ai nostri tempi, non ci fosse più nulla capace di fare tanto male, invece a causa di un microscopico virus (Covid-19), che ha generato una pandemia, ci costringe da oltre un mese ad essere segregati in casa e ha causato già decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di malati in pericolo di vita in tutto il mondo, senza contare poi gli incalcolabili danni economici, sociali e di lavoro che lascerà.

Sapendo di non poter fare la processione al Santuario si era pensato, nel pieno rispetto per il contenimento dell’epidemia, che per una volta potesse essere la Madonna D’Appari a venire tra le nostre case, passando con un mezzo meccanico scortato dai carabinieri, per le vie del paese transitabili in cui sono ricollocati i cittadini. Ciò non è stato possibile in quanto la Questura dell’Aquila non ha autorizzato l’iniziativa, a causa di rigide regole, dettate dal momento contingente e impartite dalle Autorità Nazionali preposte.

Martedì 14 alle ore 11, per quanti volessero seguire la Santa Messa celebrata dal parroco Don Dionisio Rodriguez e Don Federico Palmerini, dal Santuario della Madonna D’Appari in Paganica, potranno sintonizzarsi sul canale 73 della LAQTV Abruzzo.

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