L’AQUILA – Sarà un anniversario scandito dal silenzio e dall’isolamento quello che si appresta a celebrare L’Aquila, con l’intero Abruzzo, il prossimo 6 aprile. Lo impone la situazione difficile e complessa determinata dal coronavirus che vieta ogni forma di assembramento.
Il rispetto delle regole – stare a casa – è un obbligo di assoluta e inderogabile civiltà poiché ne va della sicurezza di tutti. Ma possiamo sentirci uniti, nel ricordo, con un semplice gesto: accendendo una candela o un lume alle finestre, ai balconi, nei giardini delle nostre case, la notte tra il 5 e il 6 aprile.
In memoria delle 309 vittime di quella terribile notte di 11 anni fa, ma anche di tutte le donne e gli uomini che a causa del contagio hanno perso la vita e se ne sono andati via da soli, senza il conforto di un familiare accanto, senza l’ultima carezza o l’ultimo sguardo di chi li ha amati e senza una cerimonia degli addii. Uno strazio che noi ben conosciamo e che aggiunge dolore al dolore.
Chiediamo a tutto il Paese di partecipare a questo rito collettivo: una orazione fatta di luce. Così almeno quella notte saremo tutti meno soli.
Scrivono così:
– Antonietta Centofanti Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente
– Vincenzo Vittorini e Maurizio Cora 309 Martiri dell’Aquila
– Massimo Cinque Fondazione 6 Aprile per la vita
– Sergio Bianchi AVUS Associazione Vittime Universitarie Sisma
– Pierluigi Biondi sindaco dell’Aquila