L’Aquila – di Nando Giammarini – Ormai, ma si era capito fin dall’inizio,il coronavirus è un’emergenza sociale. Si rischia di non poter vivere più insieme agli altri almeno in questo periodo di crisi acuta. Niente saluti baci abbracci strette di mano, vietate tutte le manifestazioni pubbliche e scuole chiuse; osservare la distanza di almeno un metro tra le persone. Stop ai raggruppamenti, bloccate tutte le competizioni sportive all’aperto più le manifestazioni e gli eventi collettivi. I negozi chiusi, tranne quelli alimentari, farmacie, ferramenta, edicole, tabaccai, servizi postali, bancari e call center.
Sono solo alcune misure prese dal governo per fronteggiare il contagio di questa maledetta pandemia: la peste del terzo millennio. Ognuno deve fare del suo meglio nel rispetto del DPCM del 9 marzo scorzo e dell’ultimo emanato ieri sera, che va in vigore a partire da oggi, per una questione di sicurezza propria e dell’intera collettività.
Esso prevede il blocco di tutte le attività produttive non essenziali. Non è la prima volta che affrontiamo un emergenza nazionale, ma questa è decisamente la più grave in assoluto del secondo dopo guerra; una sfida simile necessita dell’impegno di tutti per essere debellata. Bisogna assolutamente tenersi a distanza di sicurezza per evitare che le goccioline fuoriuscite da un colpo di tosse, da uno starnuto o da un semplice respiro, magari più profondo, trasmettano all’altro il tanto temuto quanto pericoloso microbo di Covid 19. Sono delle raccomandazioni indicate al governo da un Comitato tecnico scientifico. Sebbene tali misure cambiano le nostre abitudini.
C’è anche da prendere in considerazione che conseguenze potranno esserci, oltre a quella sacrosanta di preservare la salute nostra e degli altri, con la quarantena nei rapporti interpersonali. Si parla di una grande incertezza tra gente che è disorientata esasperata e non sa come soddisfare il proprio bisogno di socialità e di intrattenimento pur sapendo che l’isolamento, volontario o forzato è sempre una sofferenza. Ma un atto assolutamente necessario. In questo caso è di primaria importanza, a giudizio dei massimi esperti medici, rimanere in casa onde evitare altre situazioni di contagio che il sistema sanitario, con gli ospedali sovraffollati e nonostante tutti gli sforzi che si stanno facendo, non riesce a gestire. E’ più che mai il caso di dire, abbandonando vecchie logiche egoistiche, ciò che succede a te riguarda anche me : ognuno si deve fare carico dell’altro affrontando, con decisione e coraggio, questa emergenza socio sanitaria.
Al contempo bisogna respingere, con fermezza, tutti i tentativi di speculazione, e ce ne sono a iosa, volti a dividerci in un momento di emergenza che ha pochi precedenti nella storia del Paese. In questa prospettiva la scuola – anche se ha sospeso l’attività didattica e sta organizzando ove può lezioni a distanza grazie all’ausilio dei mezzi informatici – deve trasmettere ai ragazzi e, attraverso loro, alle famiglie l’importate concetto del bene comune da costruire insieme.
Ma veniamo alla situazione nel nostro Capoluogo di Regione dove tutto sommato è sotto controllo: si registrano 26 morti, 529 contagi tra cui due Sindaci dei quali omettiamo le generalità per questioni di privacy. Anche qui oltre alle disposizioni dell’ultimo DPCM sono state prese delle giuste misure per evitare contatti e assemblamenti tipo la ricetta elettronica che evita di andare dal medico e, ma questo è un problema dai mille risvolti umani, il divieto di recarsi a far visita ai propri cari ricoverati nelle case di riposo.
Dopo gli interventi nel consigliere Regionale Pierpaolo Pietrucci, si è arrivati anche alla chiusura dei cantieri della ricostruzione. Ieri, inoltre, ha chiesto a gran voce in un comunicato congiunto con l‘On. Stefania Pezzopane di far fare quanto prima i tamponi ai medici ed al personale sanitario poiché potrebbero essere potenziali portatori di virus. Intanto sul fronte medico il prof. Alessandro Grimaldi – originario dell’Alto Aterno di Cesaproba di Montereale, un vero eroe in prima linea con gli altri suoi colleghi – primario del reparto malattie infettive del S. Salvatore mettendo in evidenza la criticità in cui versa il nosocomio aquilano per questa problematica, ha rinnovato l’appello a rimanere in casa per evitare il diffondersi del virus. Analogo appello ha rivolto il suo collega Franco Marinangeli, primario del reparto di rianimazione.
In alto Aterno, a Montereale, fortunatamente nonostante voci inaffidabili smentite sul nascere non si registra nessun caso di coronavirus. Le migliori energie del Paese, comprese le tante organizzazioni di volontariato, sono al lavoro senza sosta per gestire al meglio la drammatica situazione e dare risposte alle tante persone terrorizzate ed alle prese con la difficile situazione. Una per tutte l’ANA, Associazione Nazionale Alpini immediatamente intervenuta per attrezzare l’ospedale da campo a Bergamo, una delle città martoriate dall’infezione, con 250 posti letto.
Il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, rinnova continuamente l’appello a rimanere in casa e, in accordo con l’associazione di volontariato “Pubblica Assistenza di Montereale”, ha attivato un importante servizio di consegna della spesa e delle medicine agli anziani denominati rispettivamente servizio “Pronto Spesa” e “Pronto Farmaco”. Per informazioni contattare il n. 320 9716436.
Il mio pensiero e la mia totale solidarietà va ai mie compaesani di Bergamo con cui sono in contatto tramite i mezzi informatici ed a tutte le persone alle prese con la grave patologia. Ai congiunti delle vittime innocenti del coronavirus le mie più sentite condoglianze.