
L’AQUILA – di Nando Giammarini – L’Abruzzo è terra forte e gentile per tradizione. Silone sosteneva: “II destino degli uomini nella Regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne… ll fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi, la natura. Le montagne sono dunque i personaggi più prepotenti della vita abruzzese e la loro particolare conformazione spiega anche il paradosso maggiore della regione che consiste in questo: l’Abruzzo, situato nell’Italia centrale, appartiene in realtà all’Italia meridionale…E questo perché la storia, che quel carattere ha formato, è stata spesso assai dura, oscura e penosa, in un ambiente naturale quanto mai aspro, tra i più tormentati dal clima, dalle alluvioni, dai terremoti. Il carattere peculiare dell’uomo abruzzese non tralignato è dunque un’estrema resistenza al dolore, alla delusione, alla disgrazia; una grande e timorosa fedeltà; un’umile accettazione della “croce” come elemento indissociabile della condizione umana”.
I genitori di Serena Durastante, la giovane mamma originaria di Cesaproba di Montereale, scomparsa in un incidente stradale la domenica delle palme nella SS 260 Picente tra Pizzoli e Cagnano Amiterno, alle prese con una croce più grande di loro, sebbene contornati da quel forte sentimento di amicizia e solidarietà vivo e militante in Alto Aterno desiderano ringraziare tutti coloro che gli sono stati vicini in questa drammatica circostanza.
In particolar modo le mamme cesaprobane che, forti della loro condizione di donne che danno la vita, li hanno sostenuti con la loro partecipazione ad un dolore che non ha fine; i Procuratori della Madonna del Carmine e della Madonna della Neve 2019; tutte le Associazioni di Cesaproba; Manuele Pietrucci; Giovanna Lorusso; Ferdinando Di Stefano; Don Fernando e tutto il popolo di Cesaproba; la gente di Cabbia e di Marana per l’affetto, il calore, la solidarietà e la vicinanza dimostrato attraverso un gesto, una lacrima, una parola, un sorriso, un abbraccio.
Essendo impossibilitati a farlo singolarmente intervengono attraverso questa testata giornalistica scrivendo testualmente: ”Vogliamo ringraziare quanti hanno manifestato la propria vicinanza e solidarietà al nostro dolore. Tanta partecipazione ed un siffatto calore umano dimostrano senso comune di appartenenza che contraddistingue le nostre Comunità. Un motivo di grande conforto”.
In questa estate afosa, lo ricordiamo per dovere di cronaca, tante sono state le iniziative in ricordo della giovane figlia della nostra terra, Serena Durastante. Il 18 luglio il primo memorial in suo ricordo; il 4 agosto, vigilia della ricorrenza più importante dell’anno la Madonna della Neve, Santa protettrice del paese, una passeggiata a piedi e cavallo a monte Cabbia; il dieci agosto, notte di pensieri da esprimere e stelle cadenti, è stata scoperta, con una toccante cerimonia alla presenza di autorità militari, civili e religiose, a Monte Cabbia nel punto più alto a quota 1512 mt di altitudine in territorio del Comune di Montereale una croce di vetta con la scritta: ”Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta”.
Con questo semplice, ma sentito e veritiero, evento le Comunità di Cabbia, Cesaproba e Marana hanno voluto omaggiare e ringraziare la memoria della propria conterranea che ha sempre dato il massimo contributo per il benessere dei “nonnini” di cui si occupava in qualità di operatrice socio-sanitaria nelle strutture in cui aveva svolto il suo ruolo. Con umanità e spirito di servizio. Il mestiere di OSS è questione di cuore ed altruismo, ancor prima che lavoro inteso in senso stretto, e Serena detenendo queste qualità si metteva quotidianamente in gioco per alleviare solitudine e sofferenze. Noi profondamente convinti che le persone diventano immortali attraverso il ricordo, rinnoviamo la nostra vicinanza ai genitori, al marito, ai figli in tenera età, alla sorella, salutando la giovane madre prematuramente scomparsa con un semplice: ”Ciao Serena”.