MONTEREALE (AQ) – di Nando Giammarini – Nel pieno rispetto di una iniziativa che sta diventando tradizione , che ci auguriamo si rafforzi nel tempo quale evento più qualificante della festa di S. Roccco, ieri abbiamo trascorso una bella mattinata al rifugio Monte Cabbia dell’uffico biodiversità dei carabinieri forestali con i ragazzi austici della casa di Michele dell’Aquila. La ringraziamo per la grande sensibilità, bravura e professionalità dimostrate nel suo straordinario impegno a favore dei giovani alle prese con le patologie autistiche. Una location incantata nello splendore dei nostri monti densi di affetto e di rispetto per i ragazzi con cui abbiamo trascorso una piacevole mattinata.
A fare gli onori di casa i carabinieri forestali dell’ufficio per la biodersità al comando del tenente colonnello Marta de Paulis: un ufficiale dotato di grande professionalità ed umanità. Erano presenti: la dottoressa Stefania Conti, psicomotricista riabilitativa; il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi; il comandante dei carabinieri di Montereale, luogotenente Giancarlo Fiore ed una rappresentanza di carabinieri forestali; Monia Marrone, del reparto Biodiversità; gli assistenti dei giovani cui va la mia stima e l’apprezzamento per la bravura e lo spirito di servizio con cui svolgono il proprio lavoro; una nutrita rappresentanza di procuratori della festa di S. Rocco 2019 che hanno accettato, senza esitazione alcuna, la mia proposta di solidarietà. A tutti rivolgo il mio più vivo e sentito ringraziamento.
Quei ragazzi, ad alto grado di vulnerabilità sociale, debbono essere sostenuti unitamente alle loro famiglie poiché ne va di mezzo il benessere e la qualità della loro vita. La solidarietà – lo abbiamo sostenuto con convinzione, scritto e ribadito a chiare note più volte – è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un ‘appartenenza comune al genere umano. Una risorsa della vita ed il sorriso del mondo. Un pensiero rivolto ai tanti fratelli “ meno fortunati” che tra mille problemi trascorrono la loro vita. Essa trova espressione in comportamenti di reciproco aiuto, altruismo e permette di metterci in gioco per sostenere e difendere coloro che versano in condizioni di difficoltà prescindendo da quelli che sono i riferimenti ideologici, il colore della pelle ed altre considerazione di carattere personale e collettivo. Quando una persona o una Comunità si trovano in difficoltà vanno aiutate. Punto. Un’ultima dimostrazione mi ha colpito nel profondo: la pazienza, l’amore ed il savoir faire con cui gli assistenti, veri angeli custodi, si rapportano con i ragazzi. Essa ci deve indurre a delle riflessioni profonde sul vero significato della vita e l’importanza della solidarietà. Un grazie di cuore, inoltre, al dott. Marco Valenti, del CRRA (Centro riferimento regionale per l’autismo); alla dott.ssa Anna Calvarese, della coperativa sociale “Lavoriamo Insieme”.