L’AQUILA – Si è tenuta questo pomeriggio, nell’Aula Consiliare “Tullio De Rubeis”, una cerimonia in ricordo di Roberta Zavarella e Carmelina Iovine, due studentesse universitarie, l’una di Sulmona, l’altra di Raiano, che persero la vita nel sisma del 2009, con la consegna, da parte del Comune di Sulmona a quello dell’Aquila, di un’opera, creata dal Liceo Artistico della città peligna, dedicata alla memoria delle due giovani.
Sono intervenuti il vice sindaco Raffaele Daniele, il presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari, la presidente del Consiglio comunale di Sulmona Katia Di Marzio, il sindaco di Raiano Marco Moca, le consigliere comunali di Sulmona Elisabetta Bianchi e Deborah D’Amico e lo studente del Liceo Artistico “Mazara”, Simone Spica, autore dell’opera.
Roberta Zavarella aveva 26 anni ed era studentessa della facoltà di Ingegneria. Ha perso la vita in via XX Settembre.
Carmelina Iovine aveva 25 anni. Era studentessa di Psicologia. Aveva già conseguito la laurea triennale e stava frequentando il biennio di specializzazione.
L’opera dedicata alla memoria delle due ragazze, attraverso un’iniziativa promossa dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale di Sulmona, raffigura un globo, con diverse faglie e cinque colombe, “simbolo di un mondo fragile aperto alla speranza”.
Ecco il testo dell’intervento del presidente del Consiglio comunale RobertoTinari
Un saluto alla sindaca di Sulmona, Annamaria Casini, al sindaco di Raiano, Marco Moca e alla presidente del Consiglio comunale di Sulmona, Katia Di Marzio, allaconsigliera comunale di Sulmona Elisabetta Bianchi, alla dirigente scolastica del Liceo Artistico di Sulmona, Caterina Fantauzzi.
Un saluto particolare allo studente del Liceo Artistico della città peligna, Simone Spica, che ha realizzato l’opera artistica in memoria di Roberta Zavarella e Carmelina Iovine, le giovani studentesse universitarie che morirono dieci anni fa, la notte del 6 aprile, sotto le macerie di un terremoto che ha portato via sogni, desideri e speranze di tanti studenti.
Roberta Zavarella aveva 26 anni ed era studentessa della facoltà di Ingegneria. Il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere un esame. Alla sessione precedente aveva preso 28, poco per la sua media, aveva studiato moltissimo e voleva il 30. Per questo aveva deciso di rifiutarlo e tenere nuovamente l’esame. Ha perso la vita in via XX Settembre.
Carmelina Iovine aveva 25 anni. Era studentessa di Psicologia. Aveva già conseguito la laurea triennale e stava frequentando il biennio di specializzazione. Era tornata all’Aquila, nonostante le scosse, per stare vicina al fidanzato, che abitava in via Gabriele D’Annunzio. Li hanno trovati abbracciati.
In qualità di Presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, sono emozionato nel ricevere un’opera che ricorderà per sempre la bellezza e la bravura delle due giovani, qui, nell’aula consiliare del Consiglio comunale dell’Aquila, la casa degli aquilani, luogo di impegno civico ma anche di memoria e condivisione.
Sono passati dieci anni dalla tragedia ma il dolore per le oltre 300 vittime è sempre lo stesso. Sono anche io genitore, ho due figli che frequentano l’università, che hanno sogni e speranze per il futuro.
Prima di uscire di casa ero intorno al tavolo con i miei figli e ho detto che sarei venuto qui per ricevere un dono. Prima di andare via ho detto loro di studiare anche per le ragazze e di essere i migliori. Ho capito che nella vita non contano i passi che fai né le scarpe che porti ma le impronte che lasci.
Roberta e Carmelina hanno lasciato un forte messaggio che, oltre ai miei figli, rivolgo a tutti gli studenti universitari aquilani. L’invito a studiare per essere migliori per loro, per le loro famiglie, per questa città.
E’ per questo che sento, da padre, una profonda e sentita vicinanza alle famiglie delle ragazze di origine peligna che avevano scelto L’Aquila per studiare e programmare il loro futuro.
A loro dico non saranno dimenticate perché la memoria è un dovere primario così come lo è la ricostruzione. Lo dobbiamo ai giovani che sono il nostro futuro, lo dobbiamo a Roberta e Carmelina che non ci sono più e che dall’alto ci guidano.