
L’AQUILA: – “Parlare di semplice fallimento delle società dell’Aquila Calcio e dell’Aquila Rugby non è abbastanza. Stiamo assistendo al vero e proprio funerale dello sport in una città che dimostra, ancora una volta, di avere una classe dirigente disattenta e disinteressata a preservare un bene comune tanto a cuore ai cittadini. La lettera che il governatore Luciano D’Alfonso ha inviato al quotidiano il Centro sulla vicenda sportiva dell’Aquila Rugby, oltre che a creare nuove polemiche e a discriminare gli altri sport che vengono svolti con altrettanta passione nel capoluogo di Regione, dimostra – se ancora ce ne fosse bisogno – che le Istituzioni, in questo caso la Regione Abruzzo, continuano ad occuparsi di sport con superficialità e disinformazione e soprattutto soltanto quando lo sport ‘vince’, per salire sul troppo facile ed apprezzato ‘carro dei vincitori’, oppure quando è in ‘crisi’, per essere considerati i ‘salvatori della patria’”. Lo afferma Gianni Padovani, segretario del PSI provinciale dell’Aquila.
“Chi considera lo sport una priorità ed è convinto che svolga veramente una funzione sociale preziosa – aggiunge -, dovrebbe dedicarsi quotidianamente ad esso, non a chiacchiere o con entusiasmanti proclami: basta con la politica delle dichiarazioni! E’ attraverso le azioni politiche che si fa in modo che gli Enti territoriali, proprietari degli impianti, insieme alle società o associazioni sportive che gestiscono le infrastrutture (soprattutto quelli con rilevanza economica) promuovano la nascita di appositi fondi obiettivo gestiti da Sgr di mercato, che permettono di valorizzare le strutture sportive attraverso investitori che garantiscono la liquidità necessaria per la riqualificazione degli impianti in modo da diventare degli asset produttivi, da centro di costi a centro di profitti. In questo modo si permette alle società e associazioni sportive di camminare con le proprie gambe e non pietire aiuto alle Istituzioni”.
“Sono necessarie – aggiunge ancora Padovani – politiche che consentano di avere Infrastrutture sportive che siano sicure, moderne, efficienti e di servizi di qualità nell’ambito di queste aree, per fare in modo che i cittadini pratichino sport in sicurezza e che i bambini, che sognano di diventare campioni nello sport che amano, possano realizzare i loro sogni. Il Campione ‘nasce’ se ci sono impianti all’altezza dei tempi moderni che permettono di sviluppare e potenziare quello che è un talento naturale. Sono queste politiche assolutamente non utopiche, bisognerebbe soltanto applicare le normative che esistono e che aspettano solo di essere utilizzate. La Regione Abruzzo, una delle più grandi istituzioni locali, continua ad ignorare il ruolo che il proprio impegno gioca in questo massacro che sta coinvolgendo la Rugby ed il Calcio aquilano. Bisognerebbe smetterla e non mettere più da parte le soluzioni che, sebbene richiedano un impegno ed uno sforzo notevole per essere raggiunte, vengono fornite dal bando ‘Sport Missione Comune’ attraverso il fondo ‘Sport e Periferie’ che il Governo intende rifinanziare con la prossima legge di stabilità. In una città carente di impianti sportivi adeguati, o quanto meno accoglienti, ci si permette di concedersi il lusso di escludere la partecipazione ad un bando che mette a disposizione la concessione di contributi in conto interessi sui mutui proprio per la realizzazione, la ristrutturazione, l’ampliamento, la messa a norma di questi impianti. La legge 27 dicembre 2013, n.147 ,c.d. ‘Legge Stadi’, oppure la legge 21 Giugno 2017, n.96… perchè sono trattate come delle strane sconosciute da ignorare come se non potessero risolvere quello che è ormai un grande problema per la ricostruzione sociale di una città indebolita come L’Aquila? Ma siamo sicuri che gli Enti territoriali conoscano veramente queste soluzioni? Mi domando ancora, il Presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo le conosce o semplicemente le ignora?”.
“E’ un bene – incalza il segretario del PSI – che siano anche gli imprenditori, i commercialisti, gli architetti, gli ingegneri o gli amministratori di condominio locali ad avere il dovere morale – e non solo – a doversi impegnare per salvare le sorti delle due società sportive ma sicuramente sta alle istituzioni di massimo rilievo incentivarne il coinvolgimento attraverso una di queste leggi che ho appena citato. Non voglio sottovalutare il ruolo giocato da chi ha la possibilità di utilizzare i propri capitali per poter risanare e mandare avanti, almeno per quest’anno, la ricostruzione sociale della città dell’Aquila, ma vorrei puntare il dito e fare ulteriori domande a chi ha il dovere di evitare che, anno dopo anno, il rischio di fallimento diventi ciclico, ripetitivo, sempre più una certezza. Non si può continuare a vivere alla giornata: la progettualità è il punto di partenza più importante! Approfitto, quindi, per chiedere direttamente al governatore quale sia la politica sportiva della nostra amata Regione? Ovviamente mi permetto sempre dando per scontato che ne esista una! Sperando che non si considerino politiche sportive quelle manovre per elargire finanziamenti a pioggia cercando di ‘accontentare’ uno piuttosto che un altro sindaco”.
“Caro Presidente D’Alfonso – termina Gianni Padovani – lo sport non deve essere ‘salvato’, lo sport deve essere valorizzato, perché lo sport ‘salva la vita’!”.