L’AQUILA: – Il competente settore Ambiente del comune dell’Aquila, ha reso noto la relazione, illustrata stamani in conferenza stampa, relativa al ripristino del bosco nell’area di San Giuliano, danneggiato dall’incendio del 2007.
Il disastroso incendio dell’agosto 2007 nel complesso ha interessato una superficie di circa 380 ettari, suddivisa in superficie non boscata (30 ettari) e superficie boscata (350 ettari, di cui 290 di conifere e 60 di latifoglie). Una notevole perdita ambientale ed economica per il territorio in termini di “servizi ecosistemici” persi o irrimediabilmente danneggiati. Infatti il valore delle aree forestali soprattutto se classificate come «interfaccia urbano-foresta» non può essere esclusivamente considerato come quello legato alla produzione di legname, ma soprattutto per le numerose altre funzioni che svolgono quali:
– Produzione di prodotti non legnosi (funghi, tartufi, ecc…)
– Funzione turistico – ricreativa
– Protezione idrogeologica
– Protezione dai cambiamenti climatici: (il danno stimato per San Giuliano per il mancato assorbimento della CO2 atmosferica calcolato in base ad una equazione che considera vari fattori su base dendrometrica: superficie forestale percorsa dal fuoco, il volume della massa legnosa bruciata dall’incendio, un coefficiente di trasformazione da biomassa a carbonio e il prezzo per tonnellata di carbonio risulta di oltre 260.000 euro).
– Funzione naturalistica: (il danno stimato per la perdita a causa di incendio è calcolato mediante un’altra equazione, sempre su base dendrometrica che considera il coefficiente di ponderazione del grado di naturalità, la superficie percorsa dal fuoco, il livello di danneggiamento dell’incendio, il costo d’impianto e il numero di anni necessari per la ricostruzione; la stima per San Giuliano risulta pari a oltre 2.700.000 euro).
Interventi successivi all’incendio
Nel periodo immediatamente successivo all’incendio, il Sindaco predispose l’ordinanza per la chiusura dei sentieri, che teoricamente vedeva l’area interdetta per i successivi 10 anni (interdizione al percorrimento dei sentieri, al pascolo ecc.). Negli anni, si sono susseguite azioni di volontariato disparate da parte dell’Associazione Nazionale Alpini, CAI, associazioni ambientaliste ma anche di singoli cittadini. Nel 2012 il Comune dell’Aquila, in seno alla Misura 226 – Azione A del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 ha effettuato degli interventi per la messa in sicurezza dei sentieri più frequentati, adottando un sistema per la sistemazione dei tronchi in loco.
Nel Novembre 2016 è stato stipulato l’Accordo Operativo tra Comune dell’Aquila (Responsabile tecnico Dott. Agr. Antonio De Felice) e l’Università degli Studi dell’Aquila – Dipartimento MeSVA – Sezione Scienze Ambientali (Responsabile scientifico Prof.ssa Anna Rita Frattaroli) per lo “Studio finalizzato al recupero e restauro forestale, pascolivo e seminativo dell’area interessata dall’incendio verificatosi nell’agosto del 2007 in località conosciuta come San Giuliano” che vede coinvolto il Dipartimento DAFNE-Università della Tuscia per le competenze tecniche e forestali (Gruppo di lavoro Prof. Rodolfo Picchio).
Scopi dell’accordo sono l’individuazione degli interventi finalizzati alla bonifica del materiale non più vitale e all’eventuale recupero della biomassa esistente; la redazione di uno studio dell’area sul piano climatico, geomorfologico, vegetazionale e paesaggistico; la valutazione della qualità ambientale con analisi della flora, analisi degli impatti e indirizzi di gestione del patrimonio naturale; l’inquadramento pedologico e caratterizzazione dei suoli; le linee di indirizzo del restauro forestale e un programma di monitoraggio per controllo futuro.
Problematiche riscontrate
Dal 2012, anno di intervento da parte del Comune, ad oggi la situazione è sicuramente cambiata per cui si presentano nell’area problemi di sicurezza e stabilità dei sentieri (tronchi a terra che sbarrano i sentieri a causa delle cadute o dello scivolamento degli stessi dalle loro posizioni). Inoltre le azioni dei vari soggetti (ANA, CAI, singoli cittadini) non sono risultate coordinate per un risultato omogeneo e non sono state rispettate le indicazioni contenute nell’Ordinanza del Sindaco. La sistemazione dei tronchi risulta non più idonea a causa del deterioramento naturale dei tronchi stessi ma anche dei monconi utilizzati come supporto; in più si sono verificati problemi idrogeologici seguenti a eventi meteorici eccezionali, allagamenti ecc. A causa dell’eliminazione della copertura arborea e alla situazione di disturbo, si è verificato lo sviluppo di specie invasive aliene (Robinia e Senecione africano) che stanno colonizzando vaste porzioni di area.
Risultati preliminari
Sono state effettuate analisi vegetazionali e floristiche volte ad individuare i fenomeni naturali di dinamismo della vegetazione che si sviluppano nelle situazioni più favorevoli e in quelle meno favorevoli, dal punto di vista del suolo e della pendenza dei versanti, per interpretare ed indirizzare il restauro forestale.
Lo studio della Flora ha evidenziato la presenza di una biodiversità molto significativa sia in termini di specie legnose (censite oltre 60 diverse specie di alberi e arbusti) che di specie erbacee rare e particolari.
E’ stata redatta una cartografia preliminare con l’identificazione di 8 aree omogenee da un punto di vista forestale. Nella prima fase del progetto per quanto riguarda il restauro forestale, sono stati individuati e quantificati dal punto di vista tecnico ed economico gli interventi per due delle aree omogenee individuate con indicazioni che riguardano sostanzialmente il taglio del legno morto in piedi lungo un raggio di 7 m da ogni linea di viabilità (intervento di sicurezza primaria) e prevenzione dal rischio di innesco di nuovi incendi, consistente nell’allontanamento lungo lo stesso raggio di 7 m della necromassa precedentemente abbattuta e di quella già presente a terra (intervento di sicurezza secondaria). Questi interventi, data la scarsa presenza di viabilità percorribile con mezzi meccanici, prevedono il sistema di lavoro del legno corto (SWS) con abbattimento semimeccanico con motosega, allestimento manuale ed esbosco a soma con l’utilizzo del mulo e l’impianto di “isolette” sfalsate di forma lineare o a mezzaluna in cui si andranno a mettere a dimora esemplari di un anno allevati in contenitore di roverella, leccio, orniello e carpino nero.
Fasi successive e sviluppi futuri
Si procederà con il completamento della descrizione delle aree omogene e la descrizione degli interventi di restauro, il completamento dello studio vegetazionale e la cartografia della vegetazione reale e potenziale, in ultimo la definizione di un piano di monitoraggio. Tra gli sviluppi futuri si potrebbe prevedere la creazione di una applicazione per dispositivi mobili contenente tracce sentieri e informazioni su flora, fauna, emergenze storico-artistiche ecc.; l’affissione di una cartellonistica informativa scientificamente corretta lungo i sentieri; la pubblicazione di un volume sulla flora legnosa per divulgazione scientifica; una volta mesi in sicurezza i percorsi potranno essere avviati progetti di educazione ambientale per le scuole cittadine; infine si sottolinea l’importanza dell’attività di monitoraggio volte a verificare nel tempo il recupero della funzionalità ecosistemica del territorio.