L’AQUILA – di Pio Rapagnà – Il dramma della “non ricostruzione pesante” delle 1.053 abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica e Popolare di proprietà dell’ATER e del Comune dell’Aquila, già classificate E – inagibili a seguito delle verifiche effettuate dai tecnici della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco subito dopo il 6 aprile 2009, è grave e provoca nei cittadini aquilani ancora sfollati un forte sconcerto nell’essere stati costretti, in questi OTTO ANNI ormai trascorsi, ad aspettare i progetti, le gare di assegnazione dei lavori, le disponibilità economiche e le burocrazie dei soggetti attuatori della ricostruzione, e le autorizzazioni degli uffici e dei funzionari delle Istituzioni locali, regionali e dei Ministeri competenti.
Gli alloggi “popolari”, gestiti nella maggior parte dall’ATER della Provincia dell’Aquila e in parte di proprietà dei Comuni del cratere, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, vennero così “classificati”:
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* il 54,4 % con esito A – 2.176 dichiarati agibili;
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* il 15,6% con esito B – 624 dichiarati temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto intervento;
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* il 3,9% con esito C – 156 dichiarati parzialmente inagibili;
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* l’1,3% con esito D – 52 dichiarati temporaneamente inagibili;
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* 21,3% con esito E – 852 totalmente inagibili;
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* 3,5% con esito F – 140 alloggi inagibili per rischio esterno.
Le abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata Regionale e Comunale dovevano essere ricostruite dai “soggetti attuatori”, individuati nel Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, nell’ATER e nel Comune dell’Aquila.
Le abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà del Comune di L’Aquila, meglio conosciute come “Case Parcheggio”, dovevano essere ricostruite a cura dello stesso Comune e si trovano collocate nelle seguenti zone della Città: Via MILONIA; Via degli ORSINI, Via Giovanni DI VINCENZO, Frazione SAN GREGORIO.
Persiste una strana e incomprensibile situazione di incertezza e confusione rispetto al finanziamento relativo alla quota spettante per la ricostruzione degli alloggi di ex-Inquilini ATER attualmente proprietari presenti nei condomini “misti” ed in compartecipazione con l’ATER sia di minoranza e sia di maggioranza.
La “causa principale” del gravissimo ritardo nella ricostruzione, non sta nella “mancanza dei finanziamenti” ma, verosimilmente, tra alcune altre, nella “MANCANZA DEI MEZZI”, tecnici, progettuali e operativi, da parte dell’ATER, del Provveditorato alle Opere Pubbliche, del Comune dell’Aquila, delle loro “strutture professionali” di riferimento e nella “GRAVISSIMA INCAPACITA” di gestione e controllo delle procedure da parte degli organi preposti.
CRONOLOGIA DEI FINANZIAMENTI DISPONIBILI
– Il 15 agosto 2009, con Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3803, sono stati assegnati 150 milioni di euro per la “RIPARAZIONE E RICOSTRUZIONE” del patrimonio abitativo pubblico, dei quali 107 milioni di euro per gli interventi sulle abitazioni di proprietà delle 5 ATER della Regione Abruzzo e 43 milioni di euro per la riparazione e ricostruzione degli alloggi di proprietà del Comune dell’Aquila e di altri Comuni del cratere;
– L’ATER Regionale ha richiesto e ottenuto dal Commissario delegato alla ricostruzione pubblica e Presidente della Regione Abruzzo un finanziamento di 100.175.830,00 euro per la “riparazione” con adeguamento sismico degli alloggi classificati A-B-C-D ed F e per la “ricostruzione” degli edifici classificati E – inagibili;
– tali risorse, sulla base dei piani presentati dai “soggetti attuatori” ed approvati dall’allora Commissario delegato per la ricostruzione, con successive Delibere del CIPE sono state “ripartite”, rispettivamente:
a) per interventi previsti sull’Edilizia Residenziale Pubblica Regionale:
1. ATER di L’Aquila: euro 78.070.000,00 di cui euro 23.300.000,00 per edifici classificati A, B e C, ed euro 54.770.000,00 per edifici classificati E;
2. ATER di Teramo: euro 4.650.000,00;
3. ATER di Lanciano: euro 855.000,00;
4. ATER di Pescara: euro 9.759.890,00;
5. ATER di Chieti: euro 13.650.000,00;
b) per interventi previsti sull’Edilizia Residenziale Pubblica Comunale:
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Comune di L’Aquila: euro 37.000.000,00;
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Comune di L’Aquila per Edificio Ex ONPI: euro 5.000.000,00.
– del finanziamento complessivo ottenuto l’ATER dell’Aquila ha utilizzato 40.554.130,00 euro per la “ricostruzione leggera” degli alloggi classificati A-B-C e D, già erogati dal CIPE e dalla gestione commissariale;
– il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, le 5 ATER ed il Comune dell’Aquila, nella loro funzione di “soggetti attuatori”, nonostante le somme disponibili, non hanno dato avvio alla “ricostruzione pesante” degli edifici abitativi classificati E – inagibili;
– con la cessazione dello “stato di emergenza”, il 31 agosto 2012, tutte le residue disponibilità della contabilità speciale 5281 intestata al Commissario Delegato sono state versate alla Regione, ai Comuni, alle Province e agli enti attuatori interessati, in relazione alle attribuzioni di loro competenza.
– il 20 febbraio 2015, il CIPE con Delibera n. 25 “rifinalizza” una parte della somma complessiva ancora non spesa pari a 86.306.996,85 euro rimasta giacente sullacontabilità speciale 5281 e assegna di nuovo alle 5 ATER regionali e al Comune dell’Aquila le somme già ripartite nel modo seguente:
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27.263.695,79 euro a favore dell’ATER dell’Aquila;
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13.150.000,00 euro a favore dell’ATER di Chieti;
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9.759.890,00 euro a favore dell’ATER di Pescara;
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3.344.568,42 euro a favore dell’ATER di Teramo;
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855.000,00 euro a favore dell’ATER di Lanciano;
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26.715.000,00 euro a favore del Comune di L’Aquila.
GESTIONE DELL’ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Le persone ancora ospitate negli alloggi del progetto C.A.S.E. (le New Town) sono 8.876 e altre 2.272 persone vivono nei M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori). Un numero rilevante di queste persone fanno parte delle 1.053 famiglie aquilane che non possono ritornare nelle loro abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica in quanto non sono state ancora ricostruite, e nelle quali gli assegnatari saranno soggetti al pagamento di un più equo “canone sociale” che, per le fasce più deboli, viene determinato in proporzione al reddito netto effettivo dell’intero nucleo familiare, così come era prima del 6 aprile 2009, in applicazione della Legge Regionale n. 96 del 25 ottobre 1996, che, invece attualmente, non viene applicata nel Progetto CASE.
STATO ATTUALE DELLA RICOSTRUZIONE
Sono 1.053 gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica classificati E cioè inagibili, di proprietà dell’ATER, di ex-Inquilini, ex-INCIS e del COMUNE dell’Aquila che ancora oggi non sono stati ricostruiti e messi in sicurezza sismica.
La attuale situazione di fatto della “non ricostruzione” e la collocazione degli edifici residenziali pubblici ERP, in estrema sintesi, è la seguente:
A) Complessi abitativi di proprietà dell’ATER dell’Aquila:
* QUARTIERE PETTINO: Via Amiternum;
* FRAZIONE PRETURO: Via Verzieri;
* FRAZIONE PAGANICA: Via S. Emidio, Via Corrado Pasqua, Via Aldo Moro;
* QUARTIERE VALLE PRETARA: Piazza di Campo Imperatore, Via Asmara;
* Via Francesco Paolo Tosti;
* QUARTIERE SANTANZA: Via Beata Cristina, Via Beata Antonia, Via Beato Vincenzo, Via San Gabriele dell’Addolorata, Via San Sisto;
* QUARTIERE SANTA CROCE: Via Salomone;
* Via XX Settembre 123: complesso ex-INCIS e altri;
* QUARTIERE SAN BERNARDINO: Via Panfilo Tedeschi – Porta Leoni – complesso ex-INCIS; * QUARTIERE SAN FRANCESCO: Piazza Leonardo Dorotea; * Via Pizzo di Sevo; * Via Monte Calvo; Via Pizzo Cefaloni; * Via Monte Sirente;
* QUARTIERE TORRIONE: Via Maestri del Lavoro, Via Alfonso Vastarini Cresi, Via Edoardo Scarfoglio, Via Silvio Spaventa Filippi;
* ZONA CANSATESSA: Via Antica Arischia, 46 E;
B) Complessi abitativi ERP di proprietà del COMUNE dell’AQUILA:
* Via Milonia;
* Via Giovanni Di Vincenzo;
* FRAZIONE SAN GREGORIO: Via Statale 17 Est.
Ad otto anni dal terremoto del 6 aprile 2009, nulla è stato fatto dalla Regione Abruzzo e dai Comuni a tutela del patrimonio abitativo pubblico e della sicurezza delle famiglie degli Inquilini e Assegnatari, e resta “razionalmente” incomprensibile il perché i vari Presidenti della Giunta Regionale che si sono succeduti, gli Assessori regionali ai Lavori Pubblici, Politica della Casa e Protezione Civile, non abbiano realizzato un “piano di intervento ad hoc”, per mettere in sicurezza sismica, intanto in via prioritaria e urgente, quegli alloggi pubblici realizzati in zone ad alto e altissimo rischio sismico.