L’AQUILA – di Vanni Biordi – Ritengo, caro Sindaco, che sia necessario studiare e proporre un Piano Strategico per “L’Aquila, città per l’innovazione” che dia seguito all’idea di L’Aquila come Città “diffusa” che unisca “centro storico” e New Town, a cominciare dai collegamenti e trasporti.
Realizzare questo Piano Strategico entro sei mesi dall’insediamento, basandosi su un confronto acceso, aperto e informato con gruppi pubblici, privati e di partecipazione attiva dei cittadini.
Ma, soprattutto, rendere questo Piano Strategico pilastro vincolante dell’ azione di governo della città, in ogni settore.
L’Aquila deve avere un Piano Strategico, al di là della Ricostruzione, attuabile nel medio e lungo termine e soprattutto gli strumenti per metterlo in pratica. Per mettere in pratica una strategia vincente si deve far riferimento alle esperienze e alle proposte innovative, imprenditoriali, sociali e culturali, portate avanti in questi anni da tutte le associazioni in tutte le aree della città, in ambito pubblico, privato e della partecipazione attiva dei cittadini. Idee che non hanno potuto decollare e richiamare attenzione per una ragione molto semplice: non esiste una Strategia per la Città.
Da queste esperienze, dal loro confronto, arriva un segnale importante: L’Aquila può giocare le sue carte per proporsi non più come Città della Perdonanza o della Fiera dell’Epifania ma come città futura per l’innovazione. La peculiarità dell’Aquila dovrebbe suonare così: una città diffusa, dove accanto al “centro storico”, noto al mondo intero, esistono 19 New Town che devono rappresentare ambienti vivibili e serviti come meritano. L’Aquila di domani deve essere una città diffusa che coniughi urbano e storico, che risponda alla crescente domanda di attenzione per tutti noi, e che produca e attragga le opportunità che la Ricostruzione potrebbe regalarci.
Non è questa L’Aquila di oggi. La periferia è trascurata, ingiuriata. Il centro è “working in progress”. I cantieri edili sono importanti per due motivi: sono fonte di rendita immobiliare, culturale ma anche di sfruttamento della manodopera e portano una possibile introduzione della criminalità organizzata.
Le opportunità della Ricostruzione però sono consistenti e diffuse perchè permettono una bellissima opportunità legata all’innovazione, che abbraccia tutti i ceti. Non possiamo perdere l’occasione di dare spazio ai pionieri dell’innovazione. Dobbiamo alimentare quella parte di tutti noi che è pronta a rischiare e quindi dobbiamo convergere su una strategia condivisa attorno alla quale ricostruire la fiducia, fra noi cittadini e di tutti noi nei confronti dell’amministrazione.
Sappiamo come farcela. Perché siamo forti e dobbiamo esserne consapevoli. C’è, seondo me, un dato di fatto: che la Città “diffusa” in sintonia con le 19 New Town sarebbe attrezzata, assai meglio di altre città, ad affrontare la crisi ambientale valorizzando gli spazi comuni aperti per favorire la relazione fra anziani e giovani. Favorire la tecnologia dell’informazione, offrendo spazi a comunità di giovani.