L’AQUILA: – I lavoratori del contact center Inps-Inail-Equitalia, 560 in totale, hanno inviato, attraverso l’associazione Lavori@mo per L’Aquila, una lettera al prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi, con la quale chiedono, tra l’altro, un incontro. La vicenda del contact center aquilano rischia di finire male, se nel bando di gara Inps per l’assegnazione della nuova commessa non venisse rispettata la clausola sociale per garantire la continuità occupazionale. Si tratta del comparto lavorativo più grande del capoluogo d’Abruzzo. La commessa aquilana è anche la più grande delle dieci sparse in tutta Italia.
LA LETTERA COMPLETA
Eccellenza signor prefetto dell’Aquila,
Le abbiamo inviato alcuni giorni fa una lettera aperta, indirizzata per l’ennesima volta a tutte le Istituzioni locali, sollecitando la massima attenzione sul caso riguardante l’imminente emanazione del Bando di gara per il rinnovo dell’affidamento del servizio di CONTACT CENTER nazionale INPS.
A L’Aquila il servizio è gestito da 6 anni e mezzo da 560 lavoratori altamente .professionalizzati.
Si tratta di un servizio pubblico essenziale di assoluta rilevanza per milioni di migliaia di utenti e la sede dell’Aquila è la più grande fra le 10 operanti nel medesimo servizio a livello nazionale e il 25 % del personale è disabile.
Si tratta della maggiore realtà occupazionale della città.
Un problema occupazionale in questo caso sarebbe un vero dramma sociale, come a Lei non occorre certo spiegare.
Il nostro settore è da tempo nell’occhio del ciclone per una continua delocalizzazione delle attività all’estero, favorita purtroppo anche da Gare emanate dai più grandi Enti pubblici che prevedono il massimo ribasso esclusivamente sul costo del lavoro.
La nostra non è una battaglia per la pur sacrosanta difesa del posto di lavoro. Stiamo parallelamente chiedendo la salvaguardia dell’attuale livello qualitativo di un servizio pubblico essenziale di rilevanza nazionale e ciò può avvenire solo applicando correttamente le recenti norme sulla clausola sociale per il settore dei Call Center e quindi salvaguardando la continuità occupazionale degli attuali operatori.
Da troppo tempo stiamo semplicemente chiedendo all’INPS e a tutte le Istituzioni una risposta alle nostre argomentazioni tecniche circa le intenzioni dell’Ente: da nessuno ci è arrivata una risposta, né tecnica né politica.
Questo perdurante silenzio oggi ci preoccupa enormemente.
Le nostre proposte hanno anche l’obiettivo di evitare un dispendio ulteriore di risorse pubbliche a carico della collettività, che sarebbe inevitabile in caso di sostituzione dell’attuale personale.
Pensiamo di averlo dimostrato: ma nessuno ci degna di una risposta, anche solo per spiegarci perché abbiamo torto o per dirci se l’INPS ha chiarito agli organi di indirizzo politico le proprie intenzioni.
Non è possibile sottovalutare e non prestare la dovuta attenzione alle preoccupazioni di centinaia di famiglie, Noi non possiamo restare inerti.
Le saremo grati se Lei volesse concederci la possibilità di un incontro nel quale fornirLe maggiori dettagli sulla vertenza al fine di affidarci all’attenzione che riterrà opportuna assegnarci, nel rispetto delle Sue funzioni.