L’AQUILA – Come punto di partenza la suddivisione amministrativa che l’Abruzzo aveva negli anni intorno all’unità d’Italia. E poi quaranta distretti geografici ognuno dei quali composto in media da sette-otto Comuni ma soprattutto l’architrave rappresentato dai cinque sensi umani. Sono questi i cardini del progetto di legge culturale al quale il Consigliere regionale dell’Abruzzo Leandro Bracco sta lavorando da molti mesi a questa parte. “Sin da marzo 2015, data nella quale il Governatore D’Alfonso mi propose di occuparmi della cultura abruzzese – esordisce Bracco – mi sono attivato per ideare una proposta che da un lato fosse innovativa e dall’altro abbracciasse tutto cio’ che nella nostra splendida regione fosse appunto sinonimo di cultura. Un abbraccio che doveva obbligatoriamente riguardare tutti i 305 Comuni abruzzesi”. “Ho prima selezionato e poi incontrato oltre cento realtà associative – spiega il Consigliere regionale – ognuna delle quali ha reagito con entusiasmo all’idea rappresentata dai distretti geografico-sensoriali. Molte di queste associazioni non erano mai state invitate nel “Palazzo” e solamente il fatto di essere state coinvolte è stata per loro una notevole soddisfazione”.
Ma come si articola, in concreto, la proposta legislativa culturale dell’esponente di Sinistra italiana? E’ lo stesso Bracco a illustrarla: “Bisogna innanzitutto fare una premessa di carattere economico. Con un deficit di bilancio che a fine 2016 si attestava intorno agli 800 milioni di euro e un debito complessivo di 3 miliardi, l’Abruzzo ha pochissimo denaro da investire nel settore cultura. E’ basilare avere un’impronta internazionale ed evitare i finanziamenti ‘fuoco di paglia’ per dare invece la precedenza a progetti i cui frutti si vedranno nel medio periodo. Bisogna concentrarsi su quei Paesi che in questi anni sono in pieno sviluppo come ad esempio gli Stati del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e moltissime nazioni asiatiche come l’Oman, gli Emirati Arabi Uniti, l’Indonesia, il Qatar, la Malesia. Tramite gli istituti di cultura italiani presenti in queste realtà estere è fondamentale creare interconnessioni, convergenze, sinergie”.
“Attenzione però – precisa Leandro Bracco – i gemellaggi fini a se stessi hanno un’importanza che lambisce lo zero. Occorre parlare invece di convergenze culturali che non devono essere sporadiche ma strutturali e il grimaldello tramite il quale far nascere queste convergenze è appunto quello dei quaranta distretti geografico-sensoriali”. Idea innovativa quella di Bracco cui però si unisce un progetto la cui complessità è notevolissima. “E’ vero – conferma lo stesso Bracco – moltissime associazioni hanno avuto parole di elogio riguardo l’idea dei cinque sensi umani ma hanno anche sollevato perplessità concernenti la fattibilità della proposta. Ma è proprio partendo dai loro ‘punti interrogativi’ che l’idea diventa ancor più concreta. Come? Facendo squadra con sette professionisti abruzzesi di primissimo livello i cui curricula sono a dir poco eccelsi e che si stanno occupando dei cinque sensi (uno per il tatto, uno per il gusto, uno per l’udito, uno per l’olfatto e due per la vista). Il lavoro del settimo professionista si sta invece incentrando nel rendere il progetto il più fruibile possibile a livello di nuove tecnologie”.
Un ulteriore tassello a dir poco significativo della proposta di legge culturale di Leandro Bracco è il ruolo dei Comuni: “Le 305 realtà comunali che costituiscono la nostra Regione saranno coinvolte. I 108 Comuni dell’Aquilano, i 104 del Chietino, i 47 del Teramano e i 46 del Pescarese saranno chiamati in causa affinchè nulla di ciò che ha a che fare con la cultura in senso lato venga tralasciato. E il lavoro di ogni singolo Comune sarà integrato/intrecciato con quello svolto dai 7 professionisti. I 10831,84 chilometri quadrati della superficie del nostro Abruzzo dovranno essere valorizzati il più possibile. “‘Abruzzo 5 sensi e non solo’ sarà il nome del progetto”.
Perché ‘non solo’? “Ragionando con i professionisti che mi stanno coadiuvando nel lavoro – spiega il Consigliere regionale – abbiamo deciso di inserire nel sesto senso che poi si chiamerà ‘non solo’ tutto ciò che non è racchiudibile nei cinque sensi canonici. In particolare, dedicheremo il ‘non solo’ al concetto della memoria e dell’eroismo considerato che in quasi tutti i 305 Comuni abruzzesi sono vissute persone alle quali, nel corso dei decenni, sono state conferite medaglie al merito civile e militare”. Soprattutto le associazioni i cui responsabili hanno i capelli bianchi mi hanno a più riprese confermato che negli ultimissimi decenni nessun amministratore regionale aveva anche solo abbozzato un progetto del genere, sia per la complessità dello stesso sia per la mancanza di idee innovative.
Per oltre un anno e mezzo ho lavorato a una proposta di legge regionale che fra pochi mesi vedrà finalmente la luce”. “Mi auguro – conclude Bracco – che oltre a Monticelli (attuale delegato alla cultura) tutti i colleghi Consiglieri vogliano apporre la propria firma sul progetto in quanto in ballo non c’e’ il futuro politico di alcuno, bensì il futuro culturale del nostro Abruzzo, futuro culturale i cui risultati, come ogni progetto di medio-lungo termine che si rispetti, si vedranno non nell’immediatezza ma nell’arco di alcuni anni. Spero tanto infatti che si inizi a fare politica non guardando la spilletta appuntata al petto dell’eletto di turno, bensì alla bontà o meno della proposta che di volta in volta viene messa nero su bianco. In ballo c’è il futuro di chi verrà dopo di noi”.