
L’AQUILA: – Nell’intento di informare la Comunità ecclesiale e civile sul piano di aiuti ai terremotati, si inviano le seguenti annotazioni, con preghiera di darne diffusione.
– È fondamentale che gli aiuti intercettino correttamente le esigenze reali della popolazione colpita dal sisma, altrimenti si corre il rischio di attivare interventi generosi ma di fatto inutili e talvolta ingombranti.
– In tale prospettiva, risulta fondamentale mettersi “in rete” con in vari Soggetti che presiedono la raccolta e la distribuzione degli aiuti, per ottimizzare i risultati delle attività di soccorso, evitando dispersioni, intasamenti e sovrapposizioni.
– Anche dai Vertici della Protezione Civile vengono chiari e autorevoli segnali in questa direzione.
– La Chiesa Aquilana, tramite la Caritas Diocesana, si tiene costantemente in contatto con la Caritas Nazionale, che ha il compito di coordinare le iniziative messe in campo in ambito ecclesiale, sia nell’immediato come sulle distanze medio-lunghe.
– Ci è giunta notizia che Mons. Benedetto Falcetti, Direttore della Caritas della Diocesi di Rieti, invita a sospendere temporaneamente l’invio di viveri e di vestiario, dal momento che risulta difficile trasportare gli aiuti nei Centri colpiti. Infatti, le ultime scosse sismiche hanno compromesso la transitabilità delle strade e, di conseguenza, reso precario il traffico verso le località devastate dal terremoto.
– I Responsabili della Caritas Nazionale si sono recati nelle zone devastate dalle scosse sismiche ed hanno avviato un attento studio della situazione, in sinergia con le Autorità civili, al fine di verificare i bisogni concreti e le modalità più opportune per organizzare le azioni di sostegno.
– Verranno indicati i “campi di raccolta” sui quali convogliare il materiale raccolto e saranno forniti gli orientamenti per operare in modo sincronico e organico.
– Proprio dalla Direzione della Caritas Nazionale viene l’esortazione a mettersi “in sistema”, evitando iniziative autonome, in sé buone, ma scarsamente produttive e potenzialmente distoniche. La parola d’ordine, in ambito ecclesiale, è dunque: entrare “in connessione” con i Centri di Raccordo nazionali, diocesani, locali.
– Secondo tale prospettiva, si prega di restare in attesa di ulteriori disposizioni e di mantenere in magazzino le derrate alimentari, i capi di vestiario e altro materiale raccolto.
– La Caritas Diocesana si è mossa rapidamente e, tramite comunicazioni via sms (nei giorni 24/08 ore 12,31; 24/08 ore 18,04; 25/08 ore 19,51) ha trasmesso vari messaggi ai Sacerdoti dell’Arcidiocesi, invitandoli a mobilitare presto e bene tutte le risorse locali.
Inoltre, ha subito predisposto un magazzino, nella Parrocchia di Gignano, per l’assemblaggio degli aiuti.
Ha pure invitato a portare eventuali capi di abbigliamento presso il centro di raccolta della Caritas parrocchiale di Pile, dove un gruppo di giovani sta offrendo un apprezzato servizio di volontariato.
– La Caritas Diocesana ha già risposto ad una richiesta di aiuto della Comunità di Ofena (Colonia Frasca), inviando alimenti, vestiario e altri mezzi per favorire l’assistenza ad un gruppo di Anziani, trasferiti dalla Casa di Accoglienza che l’Istituto Religioso dei Discepoli del Signore gestisce ad Amatrice, resa inagibile dal sisma.
Alcuni volontari sono già partiti per raggiungere la suddetta “residenza provvisoria”, al fine di mettersi a disposizione per tale opera di solidarietà.
– Si ricorda che l’Arcivescovo, mons. Petrocchi, è stato per oltre 13 anni parroco di Trisungo, che dista 2,5 km da Arquata del Tronto e 5,6 km da Pescara del Tronto: paesi rasi al suolo dal terremoto. Perciò conosce bene i luoghi e la gente che li abita.
Appena ha saputo la notizia del disastro sismico si è subito recato sul posto, come risulta da una intervista rilasciata, il 24 agosto, a Radio L’Aquila 1.
Conoscendo non per “sentito dire” ma per “esperienza diretta”, le sensibilità e le situazioni dell’area, si tiene in stretto contatto con i Vescovi di Rieti e di Ascoli, come anche con le rispettive Caritas, per programmare interventi sia immediati che futuri.
– Da una analisi generale della situazione, risulta evidente che la strategia più importante da mettere in atto è la raccolta di fondi. Infatti, l’invio di aiuti economici consentirà ai Responsabili del Soccorso di selezionare le forme di assistenza da fornire, per rispondere con tempestività ai bisogni effettivi della gente e provvedere alle richieste delle Comunità.
Per questo, L’Arcidiocesi, in sintonia con l’iniziativa promossa dalla Cei, si impegna a promuovere la raccolta di offerte per domenica 18 settembre.
– In particolare, l’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero – d’intesa con il Comune di Scoppito e con la Ditta Sanofi – si sta adoperando perché si pongano le condizioni giuridiche che consentano di mettere a disposizione degli sfollati 50 MAP, costruiti dopo il sisma del 2009, su un terreno, sito a Scoppito, di proprietà del medesimo Istituto.
– Tutta l’attenzione va posta per testimoniare una prossimità-concreta alle popolazioni-sorelle del reatino e dell’ascolano. Tuttavia, come spesso afferma l’Arcivescovo Petrocchi, occorre fare “bene il bene”, con la dovuta razionalità e con metodologie adeguate.
La via da percorrere, dunque, è quella di rispondere con il massimo sforzo all’emergenza, avendo però l’attenzione a “fare squadra” con i Centri ecclesiali e Civili preposti a coordinare e gestire il piano di soccorso.
– Per questo, appare urgente e doveroso lavorare con spirito evangelico, attraverso una dedizione umile e fattiva, guidata dalla sapienza e dalla carità, vissuta con libertà e senza clamore. Soprattutto, come indicano costantemente i testi della Dottrina sociale della Chiesa, occorre pensare ed agire sempre nel segno dell’unità, ecclesiale e sociale, per garantire un servizio autentico e corale, reso ad ogni uomo e a tutto l’uomo.
– Da credenti, ricordiamo che il primo bene da condividere è quello della preghiera e il soccorso più grande da accordare è quello del suffragio, specie nella liturgia eucaristica.
– Nella volontà di spendersi con lo spirito del “buon samaritano” , si rimane aperti ad ogni contributo, idoneo a favorire un miglioramento progettuale e pratico, sul piano personale e comunitario.