L’AQUILA: – di Ludovica Aristotile – Li vediamo durante le nostre vacanze estive all’interno dei villaggi sempre con il sorriso stampato sulle lebbra, pronti con una battuta ad allegrare i soggiorni estivi, a farci ridere e ballare, sono gli animatori.
Ragazzi per lo più dai venti ai trent’ anni che decidono di passare la stagione estiva rinchiusi per tre o quattro mesi in strutture alberghiere dove sono completamente dediti a far divertire i turisti.
Non li notiamo mai: stanchi, tristi, esausti, sembra quasi che vivano nella più completa serenità e li invidiamo per la gioia che riescono a trasmettere, ritorniamo a casa piangendo e ricordando i lori volti, nomi a memoria e quando pensiamo loro ci viene da sorridere ricordando i bei momenti che ci hanno fatto trascorrere.
Eppure dietro quella parvenza fatta di allegria si nascondono storie che rasentano quasi lo sfruttamento lavorativo.
Facendo un giro per alcuni villaggi del centro sud Italia si resta sbalorditi di come gli animatori vengano trattati.
Costretti a stare in alloggi pietosi, in container sporchi, vecchi, dove la ruggine e i ratti fanno da padroni, fili dell’elettricità scoperti, bagni dove a mala pena scorre l’acqua, ammassati a volte in sei/sette persone per stanza.
Lo stipendio si aggira sui cinquecento euro al mese ed il più delle volte neanche viene erogato.
Lavorano venti ore su ventiquattro, molti di loro mi raccontano la loro giornata tipo: “dalle otto del mattino fino alle quattro la notte siamo attivi tranne l’ora pomeridiana per docciarci prima della cena e il riposo pomeridiano dalle 15:00 alle 16:00”.
Sono storie che hanno dell’incredibile, non si può minimamente descrivere il sacrificio e l’impegno che questi ragazzi portano avanti quotidianamente per permettere ai turisti di trascorrere una lieta vacanza, di strappare loro dei sorrisi.
Eppure nonostante la fatica, nonostante i bagni mal funzionanti, le notti passate in bianco a fare le prove per gli spettacoli serali, gli animatori non li vedrai mai piangere o abbattersi ma avranno sempre un motivo per ridere di loro e farci ridere.
Se questo mestiere fosse più tutelato, ben retribuito e i ragazzi che lavorano vengano messi ad alloggiare in stanze accoglienti forse i loro sacrifici potranno dire di essere stati ripagati ma al vero animatore basta un sorriso di un turista per poter dire “Il mio compito è stato assolto” e allora viva gli animatori.